“L’ecobonus, con lo sconto direttamente in fattura, è una misura non praticabile che rischia di indurre una domanda che non potrà essere soddisfatta”. Lo si legge in una nota congiunta delle associazioni del sistema dei serramenti (Anfit, CNA, Confartigianato Imprese, LegnoLegno, EdilegnoArredo, PVC Forum Italia e UNICMI).

“Il Decreto Crescita – prosegue la nota –  in vigore dal 1° maggio (che dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni da entrambi i rami del Parlamento e dovrà essere regolamentato da un provvedimento ad hoc dell’Agenzia delle Entrate) contiene all’articolo 10 la possibilità da parte dell’operatore di scontare al cliente direttamente in fattura il 50% (ovvero l’aliquota prevista per i serramenti dalle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici)”.

“Questa misura, apparentemente semplificatoria – aggiunge la nota – se confermata nella conversione in legge del decreto, manifesterà nei fatti la propria aleatorietà rischiando anche di alimentare una domanda che non potrà essere soddisfatta dal mercato. Infatti, la struttura portante del mercato italiano dei serramenti è costituita da migliaia di PMI con una capienza fiscale che esaurirebbe in pochi interventi la propria possibilità di “anticipare” al cliente lo sconto del 50%, un comparto peraltro già tartassato dall’iniqua ritenuta d’acconto dell’8% sui bonifici bancari e postali per ecobonus e bonus casa”.

“L’esperienza di oltre 11 anni di detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici – sottolinea la nota – dimostra che l’informazione ai consumatori sulle varie opportunità di detrazione è sempre e quasi esclusivamente stata a carico del sistema industriale e delle Associazioni che lo rappresentano, le quali, solleciteranno il Governo e il Parlamento nelle prossime settimane affinché questo provvedimento sia cancellato,  lasciando al consumatore le possibilità già presenti nella legislazione – ovvero la detrazione in dieci annualità fiscali del 50% di quanto speso per l’acquisto e l’installazione di serramenti o la parziale cessione del credito a fornitori o ad altri soggetti privati con la facoltà di successiva cessione, e per i contribuenti no tax anche a banche e intermediari finanziari. Le detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici hanno rappresentato in 11 anni l’unico elemento anticiclico che ha permesso agli operatori di resistere alla più grave crisi che il comparto delle costruzioni italiano ha sopportato dal dopoguerra, costituendo oltre il 40% del proprio fatturato”.

“Le associazioni del settore – conclude la nota – ribadiscono che da tempo hanno chiesto all’Esecutivo di arrivare ad una stabilizzazione della misura delle detrazioni inserendo anche nuovi elementi di valorizzazione della qualità dell’intervento, premiando un elemento fondamentale come la corretta posa in opera del serramento che è elemento decisivo per garantire prestazioni reali in tema di risparmio energetico degli edifici, in linea con gli obbiettivi generali del nostro Paese. Al mercato servono detrazioni praticabili per gli operatori e qualità per i consumatori, non aleatorietà”.