E’ incomprensibile e ingiustificabile l’assenza delle attività di ristorazione senza somministrazione al tavolo dagli indennizzi stanziati dal Governo con il decreto ristori. E’ quanto sottolinea la CNA in una lettera firmata dal Presidente Nazionale, Daniele Vaccarino, e da Sergio Silvestrini, Segretario Generale,  inviata ai ministri dell’Economia Gualtieri e dello Sviluppo economico Patuanelli per chiedere all’esecutivo di superare l’attuale discriminazione e riconoscere il giusto indennizzo anche alle imprese artigiane direttamente colpite dalle misure restrittive.

La Confederazione mette in rilievo che decine di migliaia di pizzerie al taglio, rosticcerie, piadinerie e gastronomie sono escluse dai contributi sulla base di una inaccettabile distinzione tra pubblico esercizio e non, nonostante le attività artigiane della ristorazione siano state assoggettate ai medesimi obblighi, in termini di orari, capienza e sicurezza rispetto alle attività effettuate con somministrazione.

D’altra parte, al di là delle definizioni utilizzate dall’Istituto di Statistica che parla di “esercizi di rosticcerie, friggitorie, pizzerie a taglio eccetera che non dispongono di posti a sedere”, si tratta di attività in cui si effettua il consumo sul posto, attraverso l’impiego di tavoli, sedie e sgabelli. È bene ricordare, allora, come il consumo sul posto sia stato formalmente precluso, almeno a partire dalle ore 18.00. Di conseguenza, il calo di fatturato è indubbio, se si consente a queste attività l’esclusivo ricorso all’asporto e alle consegne a domicilio nella fascia tardo-pomeridiana e serale.

Infine CNA invita l’Esecutivo a proseguire il confronto con le associazioni datoriali, per concertare, tramite l’istituzione di un tavolo ad hoc, un metodo chiaro e condiviso sul come affrontare l’emergenza e sostenere le imprese più colpite. È necessario, infatti, estendere gli interventi di ristoro alle attività di filiera, indirettamente danneggiate da restrizioni e circostanze di contesto. Un cospicuo raggruppamento di mestieri che non possono essere ignorati, tale da ricomprendere, ad esempio, il trasporto turistico, le tintolavanderie e i fotografi.

 

Inspiegabile esclusione di 100mila imprese della ristorazione. Estendere gli indennizzi ai tanti settori che soffrono