«Cambiare verso nella battaglia contro l’inquinamento del mare, con interventi strutturali e lotta senza quartiere verso gli scarichi abusivi. Mobilitando risorse finanziarie e umane. E sapendo che il grave danno d’immagine provocato all’Abruzzo intero a causa dei mancati divieti imposti alla balneazione sulla spiaggia di Pescara, non sarà facile da superare». Lo ha detto il responsabile regionale di Cna Balneatori Abruzzo, Cristiano Tomei, aprendo questa mattina a Pescara il confronto degli operatori turistici associati alla confederazione artigiana, con il sottosegretario alla presidenza della Regione Abruzzo, con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, ed il vice sindaco di Pescara, Enzo Del Vecchio.

Il tema della lotta per il risanamento delle acque di balneazione, a poche settimane dall’avvio della stagione turistica 2016, per forza di cose, ha finto per far passare in secondo piano il tema dell’assetto futuro della spiaggia cittadina, attualmente in discussione al Comune («Non avrebbe senso parlarne, in presenza di una situazione particolarmente compromessa sotto il profilo dell’inquinamento» ha ammesso Del Vecchio). Soprattutto in ragione della vastità del problema,  del poco tempo a disposizione, degli intralci burocratici, della difficoltà a mobilitare risorse: «Con una lotta titanica abbiamo recuperato oltre cento milioni destinati alla depurazione che rischiavano di andare perduti, ma adesso dobbiamo metterci a correre per poterli spendere in modo efficace per il nostro turismo costiero» ha detto Mazzocca.

Che il “caso pescarese” rappresenti tuttavia una sorta di chiave di volta per l’intero turismo costiero abruzzese, è stato ammesso da tutti i partecipanti all’incontro: «La città più grande porta una responsabilità, soprattutto in termini di immagine, verso tutti gli altri centri costieri. Ed è dunque necessario che qui si sperimentino, in modo deciso, tutte le politiche di lotta agli scarichi abusivi, di risanamento del fiume». E proprio sullo stato di salute dell’asta fluviale ha centrato il proprio contributo Del Vecchio: «Abbiamo più fattori che concorrono al cattivo stato di salute delle acque di balneazione cittadina, come ad esempio la diga foranea; ma il punto di maggiore sofferenza resta comunque la condizione insopportabile di inquinamento del fiume; e si tratta di una battaglia in cui un solo Comune, per quanto grande, possa farcela da solo. Un motivo, questo, che ci ha portato ad investire la prefettura, le altre amministrazioni comunali, le Province, la Regione: una task force che presto comincerà ad operare insieme».

Ma è il fattore tempo, come detto, la vera spada di Damocle che pende sulla stagione estiva ormai dietro l’angolo: «Grazie al sostegno finanziario della Regione – ha spiegato Del Vecchio – sono in corso interventi strutturali sul collettamento tanto delle acque nere che di quelle bianche. E’ una corsa contro il tempo, ma già a fine aprile potremmo avere risultati confortanti». 

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