Il talentuoso creatore del drone Made in Italy

Ha disegnato il prototipo della nuova 500, figura in una recente pubblicazione sui giovani talenti italiani, amministra quattro imprese che spaziano dalle costruzioni alla commercializzazione dell’olio d’oliva, ma soprattutto è amministratore dell’unica impresa europea che produce Apr (aeromobile a pilotaggio remoto), i famosi droni, per uso civile. Massimo Biancone ha solo 35 anni, ma non finisce di sorprendere elencando le sue esperienze formative e lavorative.

“Ho frequentato l’istituto d’arte, ma già a 15 anni collaboravo con la Fiat – racconta -. Sono appassionato da sempre di design automobilistico e uno dei miei bozzetti è diventato il prototipo della carrozzeria della nuova 500”.

Massimo è uno sperimentatore. “Nel 2001 ho aperto un’attività nel settore delle costruzioni, mettendoci sempre quel tocco di design per me fondamentale. Poi mi sono dedicato alla commercializzazione dell’olio e del vino abruzzesi, mi sono occupato di produzione artigianale di scarpe, entrando in contatto col mondo della moda, finché qualche anno fa ho sentito parlare per la prima volta di droni ad uso civile. E mi sono detto: Perché no?”.

Grazie alla collaborazione con Gaetanocosimo Massari, ingegnere aereospaziale, altro talento 34enne, nel novembre del 2014 nasce Eadrone, “l’unica impresa europea – spiega Massimo – di produzione di Apr sotto i 2 kg in serie, riconosciuta dall’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile. Perché per essere operatore di volo di un drone – continua – per l’Enac serve un’abilitazione teorica e pratica. E quella pratica si ottiene solo presso il costruttore/assemblatore”.

Fotografi, cameraman, ma anche geometri, architetti, forze dell’ordine: gli operatori di droni crescono a vista d’occhio ormai anche in Italia. “Senza contare gli abusivi – sottolinea Biancone –. Il volo è consentito fino a 70 m di altezza, per un raggio di 200 m e da poco il Ministero dell’Interno ha approvato un prontuario che prevede sanzioni da 209 a 65 mila euro per utilizzo improprio di un mezzo non riconosciuto”.

“La differenza sta soprattutto nella tecnologia applicata al drone – spiega Massimo –. Siamo gli unici al mondo ad aver sviluppato tecniche per il ritrovamento di persone e l’anno scorso abbiamo ritrovato in 28 minuti un disperso, purtroppo cadavere, che non era stato ritrovato in 4 giorni di ricerche. Abbiamo sviluppato un drone per il rilevamento di gas radon, che è la seconda causa di tumori al polmone dopo il fumo, e abbiamo numerose partnership con università ed enti importanti come il CNR”.

“Questo è un settore che offre grandi opportunità – conclude Biancone – numerose imprese artigiane, semplicemente riconvertendo i propri macchinari, potrebbero produrre componenti di droni e diventare leader in tutta Europa”.