L’artigiano che replica il marmo a regola d’arte
“ La prima volta che vidi questa tecnica ne fui completamente rapito… fu amore a prima vista, un vero e proprio colpo di fulmine: mi trovavo vicino alla Piramide Cestia a Roma di fronte ad un palazzetto in stile liberty che aveva le scale completamente rivestite con questa pratica e subito mi balzò agli occhi il modo così veritiero, realistico, in cui sembrasse marmo ciò che in realtà non lo era…”.
E’ così che nacque la passione di Maurizio Feliziani per la tecnica della ‘scagliola’ che ebbe origine in Baviera, a cavallo tra il 1500 e 1600. La sua particolarità sta nell’imitazione del marmo non attraverso l’uso di pitture ma di impasti a base di gesso, colla e pigmenti naturali che vengono applicati su superfici architettoniche andando a ricreare nuovi effetti marmorei. Il processo si completa con la levigatura simile a quella dei marmi, e lucidate con olii e cere naturali.
Maurizio, quando si invaghì della ‘scagliola’ era già pittore decoratore e incuriosito, si rivolse a Ferindo Palombella, l’allora segretario della CNA di Viterbo per essere indirizzato a delle scuole di formazione specializzate in questa tecnica. Palombella lo mise in contatto con la CNA di Venezia che gli consigliò di iscriversi al Centro europeo di Venezia per i mestieri della conservazione del patrimonio architettonico, scuola di grande prestigio. Erano i primi anni ‘90 quando Maurizio, entusiasta, iniziò a lavorare con i suoi maestri e successivamente a mettersi in proprio aprendo l’impresa “Scagliole & stucchi d’arte”, proprio nel suo paese, Oriolo Romano, nel viterbese.
L’amore e la dedizione per il suo lavoro e, in particolare, per la tecnica della scagliola, lo portano ad effettuare prestigiosi lavori in tutta Italia. “Dopo aver aperto uno showroom a Roma, in via dei Coronari, che mi ha dato la possibilità di farmi conoscere nella Capitale – racconta Maurizio – ho realizzato restauri presso il Palazzo del Quirinale, nel Coffee House e nella Cappella Pio IX; ho ricostruito tutte le pareti del Casino Nobile e della serra moresca di Villa Torlonia, e effettuato altri lavori per la Soprintendenza di Roma”.
Questo mestiere ha portato Maurizio a viaggiare molto nel mondo. “Abbiamo restaurato dei lavori di scagliole in due sinagoghe a Manhattan, ma anche a Sidney dove abbiamo restaurato un antico palazzo del Governo diventato successivamente il Primus Hotel. Lì, nel 1930 i Fratelli Merlocco di Udine effettuarono i primi lavori utilizzando la tecnica della scagliola, poi, con la trasformazione del palazzo in albergo alcuni loro lavori si rovinarono cosi siamo stati chiamati per restaurarli. Eravamo in otto in tutto e abbiamo impiegato oltre sei mesi. E’ stato un progetto che ha avuto un importante richiamo mediatico e significativo anche come professionista”.
Ad oggi Maurizio continua ad avere rapporti in ambito accademico. Ha tenuto recentemente delle lezioni all’Istituto centrale del Restauro di Roma in quanto esperto della materia e giornate- studio dimostrative con la Facoltà di Architettura, sezione restauro, di Roma Tre.
Si dedica, inoltre, all’organizzazione di corsi di formazione presso la sede di Oriolo Romano anche per trovare nuove collaborazioni: “I nostri allievi, principalmente restauratori o pittori che già lavorano nel settore, provengono da ogni parte del mondo, in particolare dalla Cina, dalla Corea e dagli Stati Uniti. Siamo piccoli artigiani ed è importante avere una formazione continua perché in questa antica tecnica paradossalmente c’è il futuro”.