L’ex istruttore di fuoristrada diventato imprenditore: “Nel deserto ho imparato a rimettere tutti al loro posto”
Il deserto non si dimentica. Soprattutto se lo si è attraversato e vissuto come Maurizio Serini. Oggi titolare di una ditta di installazione di impianti industriali e per vent’anni istruttore di fuoristrada. Ma anche appassionato di kayak, arrampicata e orienteering, l’orientamento come disciplina sportiva. “Oggi faccio quello che ho sempre immaginato – dice –. Certo, la vita di prima mi manca un po’, ma ogni anno mi scelgo un deserto. Mi rilassa, e dopo venti giorni senza esseri umani, torno rinato”.
Originario dell’Isola d’Elba, Serini, 55 anni, dice di essere sempre stato “bramoso” di fare, conoscere, viaggiare. “Sono un viaggiatore dalla nascita, non un turista – spiega -. Da ragazzo ho unito la mia passione per i viaggi con quella per i fuoristrada e per vent’anni ho girato il mondo come istruttore della Federazione italiana fuoristrada e organizzatore di eventi come il Camel Trophy o la Land Rover Experience”.
“Il grande potere del deserto e della natura in generale è quello di rimettere l’uomo al suo posto, riportarlo al suo vero valore. Quando facevo scouting lasciavo per diverse ore le persone sole tra le dune o nella jungla e tornavano diverse, ridimensionate. Il posto più bello che ho visitato? L’Oman, perché mi ha insegnato a conoscere una parte del mondo arabo che tutti ignorano. Quella da Mille e una notte, fatta di natura bellissima, ma anche di grande ospitalità e rispetto. E’ l’unico paese a maggioranza ibadita, la cosiddetta ‘terza via’, tra sunniti e sciiti, le cui origini risalgono ai primi tempi dell’Islam”.
Ma cos’hanno in comune una vita così con quella da imprenditore? “Dopo vent’anni, ho scelto di realizzare quello che era sempre stato il mio sogno. In comune ci sono l’indipendenza, la libertà e la passione”.
Nel 1997, quando ancora gira il mondo, Serini crea l’ITF, Idro Tecno Fluid Impianti, un’azienda specializzata nella progettazione ed esecuzione di opere di grande impiantistica. Dagli acquedotti all’illuminazione, dalla depurazione alle carpenterie metalliche.
Cinque addetti, 500 mila euro di fatturato e tanta “creatività e soddisfazione”. “Uno dei progetti più recenti e significativi che abbiamo realizzato – racconta – è stato quello di un doppio acquedotto all’interno di un comprensorio importante. Abbiamo progettato e realizzato l’impianto che usa acqua pubblica per le utenze private e un pozzo dedicato per i giardini”.
“Puntiamo da sempre alla qualità e credo che questo paghi, soprattutto all’estero. Il nostro obiettivo ora è crescere soprattutto oltre confine. In tanti anni in giro per il mondo ho trovato sempre italiani ai vertici. Siamo geniali, forse anche perché siamo allenati alle difficoltà. Il nostro Paese è talmente complicato, che in uno normale, eccelliamo. Da toscano mi piace raccontarla così: se siamo seduti a tavola tutti insieme e ai tedeschi sposti il bicchiere, non bevono più. Noi italiani, stai sicuro che ci inventiamo qualcosa, a costo di bere sotto la tavola”.