A scuola di “acquisti consapevoli” con la CNA di Ascoli. CNA Picena, con il suo settore Federmoda, lancia un progetto pilota per sollecitare l’attenzione di tutti verso le conseguenze negative che possono derivare dal dilagare del consumo non consapevole. “La nostra azione è rivolta a tutti – spiega Doriana Marini, presidente provinciale di CNA Federmoda – ma in particolare verso i più giovani, perché saranno i futuri dipendenti o imprenditori e di conseguenza i consumatori di domani. Questa azione di sensibilizzazione scaturisce da un protocollo in via di definizione fra la CNA nazionale e il ministero della Pubblica istruzione e la nostra provincia sarà una delle prime in Italia a partire con una campagna rivolta ai cittadini e agli imprenditori. In primis del settore moda ma con un occhio a tutto quello che è il mondo della contraffazione, del non rispetto delle regole e quindi del danno economico che da tutto ciò deriva per il Made in Italy di qualità”.

“I dati ci dicono – aggiunge il presidente della CNA di Ascoli, Luigi Passaretti – che sia pure nel dilagare della contraffazione, più 5 per cento nel 2014 rispetto al 2015, cresce al contempo anche il numero di persone che prestano sempre più attenzione a marchi, etichette e materiali o ingredienti dei prodotti che acquistano”. “La nostra azione – aggiunge Francesco Balloni, direttore della CNA Picena –  sarà rivolta ai cittadini e alle imprese. Partendo anche da un dato economico importante, ovvero il fatto che chi produce eccellenza e rispetta le regole ha più possibilità di restare a galla in questo difficilissimo momento economico”. E a testimonianza di ciò i recentissimi dati del Centro studi della CNA Marche che mettono il settore della moda, per quanto riguarda la provincia di Ascoli Piceno, fra i pochissimi che – nel saldo fra aperture e chiusure di imprese, non ha un segno negativo.

Per definire nei dettagli questa importante azione di formazione e di informazione, la CNA di Ascoli ha in programma alle ore 9,30 presso l’ Auditorium comunale di San Benedetto del Tronto un convegno che avrà per titolo proprio “Moda e Sostenibilità: consumo consapevole e tutela dei diritti”. Al seminario parteciperanno le ultime classi delle scuole superiori di moda di Ascoli, Fermo e San Benedetto. Interverranno anche scuole di Chieti e di Teramo. “Scegliere con coscienza significa anche fra ripartire economia e occupazione – spiega la presidente Doriana Marini – e per questo dobbiamo imparare a leggere un’etichetta cucita all’interno di un capo di abbigliamento e spiegare che la produzione italiana impone la rintracciabilità dei materiali usati. Su questo fronte non dobbiamo pensare che si discuta di cose astratte, basti pensare che numerosi studi medici attestano che il numero delle dermatiti da contatto, causate proprio da tessuti non a norma o trattati con sostanze pericolose,  negli ultimi 5 anni stanno crescendo in modo esponenziale, riportando il livello a quello che era più o meno trent’anni fa. Un pericoloso salto indietro che la CNA di Ascoli vuole contribuire a contrastare”.

“Vorremmo che alla fine del convegno e delle azioni di formazione e informazione che faremo nelle scuole – conclude Doriana Marini – ognuno impari a rivolgere a se stesso queste semplici domande: dove sono stati prodotti gli abiti che compro e indosso? Con quali materiali sono stati realizzati? Quando acquisto un capo, penso all’impatto che avrà sulle persone e sull’ambiente?”.

Per parlare della cultura dell’acquisto consapevole, oltre ai dirigenti della CNA provinciale di Ascoli e della CNA regionale, interverrà al convegno anche il segretario nazionale di Cna Federmoda, Antonio Franceschini, il massimo artefice dell’accordo con il ministero dell’Istruzione, che illustrerà in anteprima per il Piceno come si procederà in questa campagna di sensibilizzazione. Saranno inoltre presenti: Marco Richetti, esperto del settore moda e docente di Economia della moda al Politecnico di Milano; Aurora Magni, titolare del corso di Competitività e sostenibilità presso la facoltà di Ingegneria della Liuc e docente dei master di Iulm.

Moda e tessile del Piceno in cifre: più sostenibilità per avere anche più export. Nel 2014 l’export del settore moda per la provincia di Ascoli Piceno ha costituito solo l’11,8 per cento del totale esportato dalla provincia dove, con il 72,7 per cento sul totale, continua a farla da padrone il settore farmaceutico e biomedicale. Nella regione il dato dell’export del settore moda è superiore solo alla percentuale di Ancona (10,3 per cento) e in linea con Pesaro (13,9 per cento) ma nettamente inferiore a Macerata (51 per cento) e Fermo (85,8 per cento). Il dato del Piceno è inoltre inferiore di più della metà al dato complessivo della Marche, regione nella quale il 26,3 per cento delle esportazioni arrivano proprio dai prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori.

Nella provincia di Ascoli l’export del sistema moda rispecchia la composizione delle altre due provincia del sud delle Marche, con una netta prevalenza del settore pelli e calzature: 89,5 per cento delle esportazioni totali del comparto moda. Malgrado la crisi, però, nella provincia di Ascoli l’export del settore cresce costantemente da 5 anni a questa parte con una leggera flessione della filiera pelli e calzature, compensata però da una maggiore crescita dell’export per quanto riguarda il tessile e l’abbigliamento.

Gli approfondimenti con gli esperti presenti al convegno. Nel corso dell’evento gli studenti avranno modo di confrontarsi con tre ospiti invitati a illustrare il tema della sostenibilità nella moda: Antonio Franceschini, presidente di Federmoda, Marco Ricchetti, economista e docente di Economia della moda al Politecnico di Milano e allo Ied, Aurora Magni, presidente di Blumine/sustainability-lab e docente di Competitività e Sostenibilità presso la facoltà di Ingegneria della Liuc.Ecco qualche anticipazione dei temi sul tappeto e su cui dibattere. La sostenibilità intesa non solo come assunzione di responsabilità rispetto agli effetti ambientali delle azioni produttive ma  come strategia di competitività è alla base dell’ intervento di Aurora Magni.

“E’ necessario spiegare oggi  ai ragazzi  che la sostenibilità non è importante  solo  per gli aspetti etici che propone  ma anche perchè non può esistere sviluppo economico e sociale senza rispetto dell’ambiente ed equità sociale. La sostenibilità non è solo rispetto delle leggi, è cercare e diffondere soluzioni migliorative in grado di abbassare l’impatto ambientale delle azioni umani e diffondere benessere sociale.  La crescente attenzione da parte del mondo industriale (ma anche commerciale e dei servizi) verso prodotti sostenibili svilupperà opportunità  professionali nuove se sapremo coltivare questa rivoluzione culturale,  economica e scientifica. Per questo la scuola, i luoghi della ricerca e della formazione hanno un ruolo fondamentale.”.

“Il mondo della moda è fortemente chiamato in causa da parte di movimenti ambientalisti ed umanitari per gli effetti poco sostenibili delle sue produzioni. – precisa Marco Ricchetti– Importanti brand globali hanno assunto l’ impegno verso l’opinione pubblica di gestire in modo responsabile la supply chain, cioè la propria catena dei fornitori, privilegiando quelli che lavorano nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Un approccio importante che  contribuisce a valorizzare la filiera italiana più   innovativa e responsabile.”