Oggi è una giornata importante e la CNA accoglie con entusiasmo la decisione dell`Unesco di dichiarare l`Arte del pizzaiuolo napoletano patrimonio dell`umanità. La Confederazione ha sostenuto concretamente questa battaglia, aderendo alla petizione mondiale e contribuendo alla raccolta delle firme. Il coronamento di questo impegno corale rappresenta il riconoscimento a un`attività artigiana principe, perché la vera pizza, alimento ormai globale, ‘si fa’, come scriveva Gaetano Afeltra, con maestria e abilità nella semplicità. Un risultato che dimostra come l`Italia, quando riesce a fare sistema superando localismi e particolarismi, sia capace di vincere sfide anche molto difficili”.

 

Per l’Unesco, si legge nella decisione finale, “il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale”.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha premiato così il lungo lavoro del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che nel 2009, aveva iniziato a redigere il dossier di candidatura con il supporto delle Associazioni dei pizzaioli e della Regione Campania, dell’On. Alfonso Pecoraro Scanio che con la Fondazione Univerde ha organizzato tutte le iniziative che hanno portato a questo risultato, alla Coldiretti che aveva iniziato la raccolta delle firme durante l’EXPO di Milano. , superando i pregiudizi di quanti vedevano in questa antica arte solo un fenomeno commerciale e non una delle più alte espressioni identitarie della cultura partenopea. Il dossier della candidatura e la delegazione sono stati coordinati dal professor Pier Luigi Petrillo. Al termine dell’iscrizione della candidatura, l’ambasciatrice italiana all’Unesco, Vincenza Lomonaco, ha ringraziato tutti gli Stati che hanno votato a favore dell’Italia, sottolineando la centralità dell’Italia nel promuovere le tradizioni agroalimentare nel contesto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Subito dopo la proclamazione, in sala è scoppiato un lungo e fragoroso applauso che ha festeggiato il successo italiano a lungo atteso, e molti dei delegati presenti sono venuti ad abbracciare i rappresentanti italiani che nella lunga notte del negoziato finale hanno stretto in mano un cornetto napoletano porta fortuna, rosso come tradizione impone.

Ci piace qui in basso ripercorrere l’azione della CNA per il raggiungimento di questo ambizioso risultato:

 Lunedì 22 febbraio la CNA aderisce alla petizione per dichiarare la pizza napoletana patrimonio dell’Unesco 18/02/2016

 La CNA aderisce alla petizione per proporre all’Unesco la pizza come patrimonio dell’umanità 22/02/2016

CNA aderisce alla petizione, già 700mila sottoscrizioni per la pizza patrimonio dell’umanità 22/02/2016

Patrimonio dell’Unesco 11/03/2016

Domenica 21 maggio giornata europea contro l’obesità 19/05/2016

Domani in trenta piazze italiane arriva “Educare mangiando” 20/05/2016

Continua la raccolta firme per dichiararla Patrimonio dell’Unesco: quasi 2 milioni 17/01/2017

La pizza a un passo dal podio UNESCO 14/07/2017

Il 13 novembre iniziativa promozionale a Parigi 08/11/2017