Si è svolto oggi a La Spezia l’iniziativa “Rating di legalità- Valorizzare le imprese sane e virtuose. Per un’economia non sommersa e migliore”. All’iniziativa hanno preso parte Mario Pagani, responsabile Dipartimento politiche industriali CNA nazionale, Federica Maggiani, presidente di CNA La Spezia, Ombretta Main, responsabile direzione Rating di legalità presso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Patrono, Procuratore della Repubblica di La Spezia, e Pierluigi Peracchini, sindaco di La Spezia.

La presidente Maggiani, introducendo l’evento, ha sottolineato come “Intendere la legalità come un criterio di premialità e di buona reputazione per le imprese rappresenta per la CNA un approccio sicuramente positivo. Queste iniziative riescono a far perseguire una promozione virtuosa del sistema”. 

Sul rating di legalità – ha affermato Pagani – siamo a metà strada, perché ha avuto il limite di iniziare ad essere applicato in tempi di ristrettezze economiche. Inoltre nella prima fase il rating è stato per le pubbliche amministrazioni fonte di disorientamento. Ad oggi abbiamo davanti un quadro a macchia di leopardo: questo parametro è infatti declinato diversamente nei territori, anche se si sta progressivamente migliorando“.

Ad oggi le imprese che hanno ottenuto il rating di legalità sono 5500. Un processo lento, si è sottolineato nel corso dell’incontro, dovuto anche ai criteri stringenti per applicarlo, e al limite dei 2 milioni di fatturato minimo, che esclude dall’applicazione della norma il 95% delle imprese italiane. E poi ci sono i requisiti per ottenere la seconda e la terza stella del rating, che a fatica una piccola impresa può rispettare. 

La CNA non è pregiudizialmente contraria ad un ampliamento della norma anche alle micro imprese, purchè si definiscano requisiti applicabili alle imprese di minori dimensioni.

Nel frattempo, specie nella predisposizione di bandi che prevedono agevolazioni, è bene che la pubblica amministrazione definisca riserve specifiche per le imprese che possono ottenere il rating di legalità, per non discriminare le imprese che non possono ottenerlo.

In sintesi, si è detto nel corso dell’incontro, le piccole imprese vorrebbero vedere premiata la sostanza e non la forma. Troppo spesso l’introduzione di nuove regole si traduce solo in ulteriori oneri per le imprese: molte, troppe verifiche a monte, e nessun controllo a valle, così si rischia di favorire chi sa produrre e confezionare meglio pezzi carta.