In tutto, come noto, il Piano periferie vale 2.053 milioni di euro di finanziamenti statali, che diventano 3,7 di investimenti stimati considerando anche altri finanziamenti pubblici e privati attivati dai Comuni (in parte, però, si tratta di iniziative già avviate o previste).

E’ stato varato due anni fa un bando, approvato ad oggi n. 120 progetti che riguardano aree metropolitane e capoluoghi di province e messo assieme risorse per 3,8 miliardi: 2 di finanziamenti statali e 1,8 miliardi di finanziamenti privati, un progetto esemplare anche dal punto di vista del mix di risorse. Con i primi 24 Comuni vincitori sono stati firmati a marzo le convenzioni che davano il via ai progetti. A questi si sono aggiunti con la fase 2 altri 96 progetti.

Il messaggio, ha affermato il capo del Governo «è di continuazione nell’impegno a ricucire i nostri tessuti urbani, un’espressione, il rammendo, che ha usato l’architetto Renzo Piano, che ci ha dato una mano all’inizio a impostare questo lavoro».

«Investire per dare alle zone periferiche sostenibilità, dignità e inclusione – ha rimarcato Gentiloni – è un progetto a cui il Governo tiene molto».

«L’Italia ha bisogno di coesione sociale – ha aggiunto Gentiloni – il Paese si sta riprendendo ma non ha affatto superato le difficoltà sociali, i traumi della crisi, i problemi di lavoro. Ha quindi bisogno di un’iniezione di fiducia e migliorare il tessuto urbano è un modo anche per curare ferite immateriali».