Torna un timido segno “più” nei fatturati delle piccole imprese dell’Emilia Romagna. Ma soprattutto stanno continuando a rallentare gli indicatori negativi sull’economia. Ancora troppo poco per dire che la ripresa sia arrivata, ma certamente concreti e ulteriori segnali che confermano come l’inversione di tendenza rispetto alla crisi sia decisamente in atto. Crescono alimentare, metalmeccanica, legno e trasporti, finalmente in positivo il tessile, soffrono ancora le costruzioni. Tra le province sorridono ben in cinque: segno più nei fatturati per Modena, Parma, Forlì-Cesena, Piacenza e Rimini. E’ questa, in estrema sintesi, l’analisi congiunturale sull’Osservatorio TrendER per il primo semestre 2015, con un approfondimento nel confronto tra primo e secondo trimestre 2015.

TrendER è l’Osservatorio regionale realizzato da CNA Emilia Romagna che analizza le imprese in regione con meno di 20 dipendenti. Secondo la rilevazione sul primo semestre 2015, il fatturato complessivo  ha continuato a diminuire ma a ritmo decisamente decrescente ( -7,7% nel secondo 2014, -1,8% nel primo semestre 2015). Il dato negativo è dovuto alla performance della componente per conto terzi  (-3,1%) che da cinque semestri è più sfavorevole di quella complessiva. Comunque anche nel conto terzi la discesa rallenta, visto che il calo nel secondo semestre 2014 era stato del -8,5%, nel primo semestre 2014 era stato del -10,2%, nel secondo semestre 2013 era stato del -8,5%.

L’analisi per trimestre mostra un ulteriore miglioramento dei dati di fatturato tra il primo e il secondo trimestre 2015, il cui andamento passa da una diminuzione tendenziale del -3,7% nel primo ad un +0,04% nel secondo trimestre. Era dal 2012 che non compariva il segno più sui fatturati delle piccole imprese emiliano romagnole analizzate da TrendER.

Analizzando i settori, tra il primo e il secondo trimestre 2015  in particolare mostrano segni di ripresa: l’alimentare (+7,6%), la metalmeccanica (+4,4%), il legno (+2,15), i trasporti (+1,3%). Registriamo finalmente il segno positivo anche nel tessile (+0,4%). Restano con segno negativo le costruzioni  (-6,1%), i servizi alla persona (-0,25) e riparazioni (-0,6%).

Si tratta di dati che confermano le difficoltà del mercato interno e la crisi dei consumi, che si ripercuote sulle attività di servizio e sugli investimenti delle famiglie (casa).

Nella prima metà dell’anno è ripresa l’attività di investimento, con un incremento lieve (+1,4%) ma importante per il fatto che si tratta del primo segnale positivo dopo sei semestri consecutivi di diminuzione. Il livello degli investimenti resta dunque ai valori più bassi mai registrati dal 2008 ma mostra una importante inversione di tendenza. La ripresa degli investimenti è più accentuata per la componente degli investimenti in immobilizzazione materiali, che salgono del 2,6% rispetto allo stesso semestre dell’anno prima. In calo risultano invece gli investimenti in macchinari (-9%) ma ciò si spiega anche come effetto rimbalzo rispetto al forte incremento registrato a fine 2014, quando crebbero del 55,3%.

Gli effetti della crisi influenzano ancora le dinamiche tendenziali delle principali voci di costo considerate, ancora negative, ma la sostanziale stabilità delle spese per retribuzioni  (-0,5% dopo due semestri di diminuzione a doppia cifra) sembra anticipare un mutamento in positivo.

Che, ancora, non si manifesta sotto il profilo della spesa per consumi e della spesa per formazione, ambedue in deciso calo (rispettivamente: -7,1% e -13,6%). Crescono, invece, le spese per assicurazioni (+5,8%). Nella valutazione della dinamica negativa delle spese per consumi, occorre tenere conto dell’abbassamento dei prezzi dei carburanti, delle materie prime e dell’energia. 

Confrontando primo e secondo trimestre 2015 le dinamiche di fatturato sono positive per le micro e piccole imprese delle aree provinciali di Modena (+7,8%), di Parma (+3,1%), di Forlì Cesena (+2,7%), di Piacenza (+2,5%), di Rimini (+1,4%). In negativo invece Ferrara (-11%), Ravenna (-8,1%), Reggio Emilia (-4,4%) e Bologna (-0,04%).  

“Da questa nostra indagine – commenta Paolo Govoni, Presidente CNA Emilia Romagna – si confermano i segnali positivi che stiamo registrando da qualche tempo. Segnali importanti, ma ancora troppo poco per dire che la ripresa sia partita tra le piccole imprese della regione. Certamente, però, va colta questa opportunità per far crescere ulteriormente le nostre aziende. Ed il credito è l’arma vincente che darebbe quella spinta fondamentale per far decollare la ripresa. CNA sta mettendo tutta la sua energia per agevolare le imprese interessate a finanziarsi, un impegno che chiediamo sia agli Istituti di credito che alla Regione. Perché, se ripartono le piccole imprese, riparte l’economia dell’Emilia Romagna”.