Si è svolta oggi la presentazione del 1° Festival Nazionale del Biologico e delle Buone Energie, in programma dal 12 al 14 giugno a Varese Ligure. Obiettivo della manifestazione è la riscoperta e lo sviluppo del Made in Liguria e del Made in Italy a sostegno dei prodotti agro-alimentari biologici e di qualità, delle buone pratiche energetiche e dei beni patrimoniali del territorio. Main sponsor dell’iniziativa è Carispezia.

La scelta di fare un FESTIVAL di questo livello in un piccolo borgo per quanto incantevole come Varese Ligure è stata vista da alcuni come una pazzia destinata al fallimento. Un Festival in un piccolo paesino dell’entroterra, fuori dai padiglioni espositivi di una fiera, in un contesto di comunicazioni difficili, la ove nessuno ha mai osato.

La sfida lanciata dalla CNA sta proprio in questo. Una scommessa per il rilancio economico nella convinzione che i temi della sostenibilità nelle sue diverse accezioni possa essere una chiave per il rilancio economico dell’Italia intera.

I temi sono quelli dell’Expo Milano 2015 “nutrire il Pianeta – energia per la vita. Varese Ligure è un esempio di buone pratiche. È stato il primo comune dell’intera Europa ad ottenere la certificazione di qualità ambientale ISO 14001, bandiera arancione per l’ambiente del Touring Club Italiano, “Il comune più ecologico d’Italia” secondo Lega Ambiente, ultimamente sede del primo Bio-Distretto italiano, si caratterizza per la forte presenza di imprese biologiche (allevamenti, lavorazione carni, formaggi, latte, succhi di frutta, salumi, miele, marmellate, ecc.) e di attività di turismo eco-sostenibile. L’altra caratteristica di Varese Ligure è quella di aver scelto decisamente le energie alternative o rinnovabili, tanto che oggi produce energia per oltre 10.000 abitanti, mentre il comune ne conta poco più di 2.000, tutte realizzate con eolico o fotovoltaico.

CNA ne ha fatto un simbolo ma anche una speranza. Da qui si vuole lanciare un messaggio per la ripresa economica. Negli Stati uniti di Obama la scelta di puntare sulla “Green Economy” ha fruttato oltre 9 milioni di posti di lavoro aggiuntivi, mentre l’Europa annaspava nell’austerity, portatrice di disoccupazione e immiserimento generalizzato.

Occorre fare scelte politiche importanti e decise. Abbiamo un immenso patrimonio edilizio, di gran lunga sottoutilizzato, quando addirittura vuoto o abbandonato. Gran parte di quel patrimonio, in particolare le costruzioni dal dopoguerra ad oggi sono “divoratrici di energia”, fattori di costi altissimi per le famiglie, responsabili dell’inquinamento della nostra aria. Questo patrimonio va cambiato, modificato, ristrutturato, reso virtuoso dal punto di vista dei consumi energetici. Oggi con interventi di coibentazione, isolamento termico, infissi di nuova tecnologia, utilizzo di nuove possibilità di riscaldamento o climatizzazione (Fotovoltaico, Solare Termico, Mini e Micro Eolico, Mini e Micro idroelettrico, sonde geotermiche, biomasse, ecc.) si possono abbattere i consumi, avere case confortevoli, migliorare la qualità dell’aria.

Tutto questo senza rovinare un metro quadrato di territorio. Bisogna avere coraggio di bloccare la cementificazione del Paese. Troppo cemento rovina l’ambiente ma anche l’economia turistica. I grandi piani di costruzione favoriscono solo le grandi imprese o addirittura i capitali mossi da organizzazioni mafiose. La necessità è invece quella di far lavorare migliaia di piccole e piccolissime imprese, nelle città, nei paesi come nella campagna, possono essere decine e decine di migliaia di piccole imprese che lavorano e portano un benessere diffuso.

La costruzione di una nuova grande centrale elettrica (a Gas, carbone o anche nucleare) può portare qualche centinaio di posti di lavoro aggiuntivi, concentrati solo in un luogo. La ripresa basata sulla riqualificazione energetica degli edifici esistenti, a cominciare per esempio dall’enorme patrimonio immobiliare pubblico, può invece portare agli stessi risultati con meno inquinamento e pericolo e portare decine di migliaia di nuovi posti di lavoro sparsi un po’ dappertutto.

Lo sviluppo di una simile economia può inoltre indurre uno sviluppo industriale e di ricerca tecnologica di studio sui materiali, di costruzione di impianti, pannelli, siatemi di riscaldamento e climatizzazione, isolanti e coibentanti, nuove pitture, vetri, porte e finestre, ecc. Questo potrebbe avere anche un impatto positivo sulle esportazioni e sui conti dell’Italia.

Un meccanismo simile riguarda le produzioni alimentari biologiche. Si tratta ancora di una nicchia di qualità, ove la minore produttività di terreni e allevamenti è generalmente compensata da un prezzo più alto che viene riconosciuto ad una qualità indiscutibilmente migliore.

Le produzioni biologiche, biodinamiche e naturali sono sempre più richieste. In questi anni di crisi, mentre il mercato alimentare in Italia perdeva il 3% del valore, il biologico aumentava il fatturato del 17%. La richiesta è in crescita continua, spinta da un lato dai casi clamorosi come la “mucca pazza”, i “polli agli ormoni”, le “mozzarelle blu”, e dall’altro dalla sempre maggior attenzione, informazione e istruzione dei consumatori. Sempre più avvertita è la necessità di difendersi dal “cibo spazzatura”, da pesticidi, nitrati, nitriti, conservanti, solfati, solfiti, coloranti, quando non ci sono sofisticazioni, adulterazione dei cibi. Non è solo questione di gusto, ma di difesa della salute dei cittadini.

L’agricoltura è stata abbandonata. Oggi in Italia più dell’80% di quanti lavorano in agricoltura ha più di 60 anni, questo significa che tra venti anni non ci sarà più nessuno che lavori i campi, conseguentemente non ci sarà più cibo. Occorre invertire la tendenza, invitare i giovani al mondo agricolo, favorire l’aumento della reddittività di questo lavoro. I paesi dell’entroterra non devono essere spopolati, per questo però c’è bisogno di servizi, strade in ordine, collegamenti, nuovi strumenti come la banda larga o i cellulari devono arrivare ovunque, ci vogliono scuole, assistenza sanitaria di base.

Il lavoro degli agricoltori è fortemente connesso a quello degli artigiani del settore alimentare (Pasta, caseifici, salumifici, frantoi, pasticcerie, gelaterie, ecc.). Tutti insieme vanno a proporre quel sistema che è considerato un punto di forza dell’Italia. Il cibo italiano è il più conosciuto e stimato nel mondo, spesso purtroppo all’estero si tratta di imitazioni di bassa qualità. Nell’agricoltura biologica come nell’industria di trasformazione alimentare può stare una molla decisiva dell’economia italiana e può esserlo per diversi aspetti. Il primo dei quali è il valore dell’Export. L’Italia è ancora un grande paese esportatore. I prodotti alimentari italiani sono da sempre molto richiesti e stimati. Il Biologico è oggi in crescita impressionante in tutti i mercati, mentre la richiesta di prodotti non bio segna il passo.

Il secondo motivo è che le produzioni biologiche hanno bisogno di maggior manodopera rispetto alle colture chimiche, quindi potrebbero dare maggiori soddisfazioni occupazionali. C’è inoltre da considerare il fattore salute. Recenti statistiche dell’ONU e dell’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità collocano l’Italia al secondo posto nell’aspettativa di vita mondiale, subito dopo il Giappone e immediatamente prima di Francia e Spagna. Paesi con siatemi sanitari evoluti ma anche con nutrizioni sane e prodotti buoni. Questo può essere un valore da vendere il benessere, la buona qualità della vita, dell’ambiente, del cibo. Sempre più flussi turistici sono mossi dalla ricerca di buon cibo, di sapori tradizionali e di qualità della vita. Abbiamo tutte queste caratteristiche, iniziamo a valorizzarle, a farne un sistema e a venderle come prodotti, ma anche come pacchetti turistici.
 

AL FESTIVAL PER DIVERTIRSI

Per CNA il Festival ha questo significato. Non a caso inizia con un convegno realizzato in collaborazione con ANCI, l’associazione dei comuni italiani, dedicato alla ESCO per il risparmio energetico. Ma il Festival è anche occasione di divertimento, di shopping, di sane mangiate con cibi biologici, che, come caratteristica non hanno solo quella di essere più sani, ma anche di essere più buoni.

Ci sarà la carne bio della Cooperativa di Varese Ligure e i Formaggi locali, ci saranno tanti agriturismi che proporranno i loro piatti, panini, salumi fatti da loro, formaggi, torte di verdura, dolci fatti in casa, ci sono produttori di vino biologico, birrifici artigianali bio, produttori di miele, yogurt, marmellate, succhi di frutta. Un pastificio della Val di Vara propone ravioli, pansoti e pasta fresca cucinata espressa, tutto rigorosamente bio, ci saranno i mitilicoltori spezzini, un curioso stand che offrirà lumache, cioccolato e una superba pasticceria siciliana.

I ristoranti e gli agriturismi del luogo proporranno gustosi menù biologici.

E poi manifestazioni sportive come la “21 Km del Biologico”, maratona la domenica mattina, “battesimo della sella” messa a cavallo per principianti, escursioni guidate alla “Valle delle Punte di Freccia” cava preistorica di diaspro rosso, gita alla scoperta delle tracce dell’antica civiltà LIGURE.

Venerdì 12 giugno alle ore 21 “Creuz De Ma – Napo canta De André”, concerto di canzoni e musiche di Fabrizio De Andre con la straordinaria partecipazione di Giorgio Cordini, chitarrista e polistrumentista di De Andrè.

Sabato 13 giugno ore 21 . “pe na magnà de marenghi” spettacolo teatrale della compagnia teatrale San fruttuoso commedia brillante dialettale in tre atti.

Sabato 14 giugno ore 21 CORO 4 CANTI, musiche popolari, diretto dal Maestro Gianni Martini, storico chitarrista di Giorgio Gaber.

AL FESTIVAL PER SAPERNE DI PIU’

Nei locali del Castello dei Fieschi, gentilmente concesso dalla famiglia Rossignotti, due non stop di eventi di comunicazione: “VOICES” degupresentazioni con assaggi gratuiti, guidati e spiegati dal dott. Umberto Curti e da ospiti altamente qualificati.

In altra sala “Pillole d’energia” conversazioni sui temi del risparmio energetico, sulle energie rinnovabili, consulenze ad hoc e spiegazioni su diverse opportunità

Realizzazione di una Eco-casa in legno, a cura dell’Arch. Stefano Calabretta e delle imprese del consorzio Hesperio. Dimostrazione di costruzione di casa in legno, perfettamente ecologica.