“La figura dell’odontotecnico è regolamentata da un regio decreto del 1928. Sono passati quasi cento anni e il quadro normativo non è mutato. Questa la situazione in cui il nostro mestiere vive.  Mentre l’Europa sta andando ad altre velocità e i nostri mestieri sono inseriti in percorsi ben definiti, in quanto il titolo di studio, nel resto d’Europa, è garantito: chi fa che cosa. Nel nostro Paese invece non è garantito, viviamo in un mare magnum in cui tutti possono fare tutto.

All’interno di questo quadro generale si introducono altre situazioni, quali il terzo pagante che richiede che vengano date le certificazioni al cliente. L’entrata in vigore del Regolamento Europeo ha confermato e rafforzato il ruolo del ‘fabbricante’ di dispositivi medici su misura, attribuendogli una serie di responsabilità sul piano del controllo della qualità, delle prestazioni e della sicurezza del dispositivo, oltre alla documentazione necessaria per certificare il manufatto.

Oggi si sta confondendo chi fa che cosa, si crea un genere di abusivismo invertito il professionista clinico deve essere garante della salute del cittadino e non può produrre. Se produce non può dire che quel manufatto non va bene per il paziente.

Altra criticità sono le multinazionali che stanno occupando parti strategiche del mercato. Noi vogliamo dare ordine a tutto questo, definire un percorso.”  Apre con una panoramica sul settore, il presidente CNA Sno Odontotecnici, Francesco Amerighi, l’evento dal titolo ‘Professione Odontotecnico. Prospettive future alla luce dell’evoluzione normativa e del mercato’.

Un confronto con i parlamentari italiani per approfondire i temi più caldi per gli imprenditori di settore, organizzato da CNA, Casartigiani e Confartigianato, in vista anche dell’Audizione in Senato prevista per oggi.

L’evento, moderato dal giornalista Roberto Miliacca, caporedattore di “Italia Oggi”, prima di dare spazio agli interventi politici, ha visto la partecipazione anche del presidente di Confartigianato Odontotecnici, Ivan Pintus, e di Mario Salati, presidente Casartigiani per il settore che hanno precisato le richieste che le associazioni datoriali fanno alla politica: dal riconoscimento della professione in ambito sanitario alla richiesta di controllo e trasparenza, ad iniziare da fatturazione separata e certificazione dei manufatti.

Per la parte politica, il primo intervento è stato dell’onorevole Sara Moretto (Italia Viva) che ha sottolineato quanto sia importante fornire chiarezza e trasparenza al cliente finale, che deve capire i campi di azione e di responsabilità e maggiore chiarezza dei ruoli per essere consapevole delle cure che si ricevono. “Voglio essere franca, in questo ultimo anno di legislatura è difficile che un disegno di legge possa completare il suo iter parlamentare in questo breve lasso di tempo. Credo che alcune delle questioni che voi presentate siano poste sui tavoli parlamentari attraverso altri strumenti, come una norma o un emendamento. Si possono percorrere due strade: da un lato il riconoscimento della figura professionale attualizzata ad oggi, dall’altra parte c’è un aspetto legato alla fatturazione e alla certificazione. Due strade che possono raggiungere dei risultati, seppure parziali”.

Anche le proposte del senatore Francesco Zaffini (Forza Italia) si muovono lungo queste direttrici: “In un momento in cui la Sanità parla di percorsi assistenziali e di personalizzazione delle cure e terapie, è legittimo dire che il dispositivo che va in bocca al paziente deve essere tarato, personalizzato, misurato e verificato rispetto a quel paziente. In questo scorcio di legislatura possiamo iniziare a lavorare sulle richieste di trasparenza che la categoria richiede circa le certificazioni”.

Ampio dibattito ha suscitato l’intervento dell’onorevole Rossana Boldi (Lega) che ha invece escluso la possibilità di accreditare l’odontotecnico in ambito sanitario, ma di riconoscere la professione in altri ambiti come quello ingegneristico, per non sovrapporre la figura odontotecnica con quella dell’odontoiatra.

La senatrice Fiammetta Modena (Forza Italia) ha suggerito di utilizzare la strada del Pnrr per poter intraprendere il riconoscimento di un percorso formativo tecnico o universitario.

La senatrice Paola Boldrini (Pd) ha infine rimarcato la necessità di continuare l’iter per il riconoscimento della professione in ambito sanitario: “è anacronistico non normare tale professione e bisogna anche pensare a una formazione adeguata, a istituire un nuovo percorso di laurea. E questo è il momento opportuno perché il fine ultimo è la tutela della salute”.