Progetto SMEDATA, alla conferenza internazionale in streaming c’è anche CNA

Dopo circa due anni, giunge al termine il percorso del progetto formativo SMEDATA, co-finanziato da fondi della Commissione europea.

Il progetto, ideato per supportare piccole e medie imprese, professionisti e soggetti che operano nella consulenza giuridica sulla protezione dei dati, in Italia è stato sviluppato dal Garante in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, con il quale sono stati organizzati numerosi eventi formativi, tra seminari, workshop e convegni tenuti in varie città italiane.

CNA ha partecipato alla conferenza internazionale in streaming, organizzata in 4 panel tematici, che ha avuto per relatori, oltre ai rappresentanti del Garante, docenti universitari, esperti e figure di riferimento nel campo della protezione dati.

I quadri tematici hanno avuto come focus i risultati dell’attività di sensibilizzazione e moltiplicazione della formazione sul GDPR per le PMI, il trattamento dei dati personali nelle PMI, anche alla luce dei requisiti imposti dalla pandemia di Covid 19, la pseudonimizzazione, sicurezza e violazione dei dati, e infine, non per importanza, le buone pratiche per il corretto trattamento dei dati personali da parte delle PMI.

Proprio nell’ambito di questo ultimo panel tematico, moderato dal vice segretario generale dell’Ufficio del garante e dirigente responsabile del dipartimento realtà economiche e produttive Daniele De Paoli, hanno partecipato il Privacy Manager CNA, Danilo Caspoli e il DPO di CNA Claudio Buganza, i quali hanno evidenziato il continuo impegno della Confederazione in questi anni per informare, formare e sensibilizzare sia le imprese che il Sistema CNA, sul corretto trattamento dei dati personali in regime di GDPR.

E’ stato, inoltre, sottolineato il ruolo fondamentale di un sistema come quello di CNA composto da oltre mille sedi e oltre 7.000 collaboratori, riferimento costante per le imprese associate per la corretta ottemperanza della normativa assieme ad una azione di lobby , volta alla sburocratizzazione e ad una applicazione del GDPR che sia cucita sulle piccolo e medie imprese.

Infine, è stata evidenziata la necessità che l’Autorità di controllo Italiana, continui a proporre documentazione riferibile alle medie, piccole e micro imprese rispetto ai tentativi di imporre solo una idea cartacea di privacy, con standard non adatti al sistema produttivo del nostro Paese.