Secondo il Garante per le micro, piccole e medie imprese il “rinascimento produttivo” italiano può essere trainato dalle MPMI innovative, internazionalizzate, aggregate in rete. Sono queste, infatti, le imprese che, secondo la relazione trasmessa al Presidente del Consiglio, registrano fatturati superiori alla media, creano maggiori posti di lavoro e si finanziano attraverso canali alternativi al credito bancario.

I dati raccolti indicano che, le MPMI che si sono internazionalizzate sono circa 190.000; le imprese estere localizzate in Italia sono più di 13.300, di cui il 94% del totale (circa 12.500) sono MPMI; le imprese start up innovative sono circa 3.300; quelle in rete sono circa 9.700. Le medie imprese con un fatturato compreso tra i 15 e i 330 milioni di euro e con livelli di produttività superiori alle analoghe presenti nei principali paesi europei sono circa 3.500. Di queste, sono 2.050 le imprese che riescono ad eccellere nelle loro nicchie di mercato e a competere ai più alti livelli internazionali. Per quanto riguarda i dati relativi alle imprese che hanno trovato alternative al capitale di debito di origine bancaria, sono 57 le imprese quotate su AIM di Borsa italiana, di cui 22 IPO nel 2014; nello stesso anno le operazioni di mini-bond sono state 92 e quelle di venture capital sono state più di 200. Infine, le stime hanno rilevato circa 200 piccole e medie imprese, generalmente mono-prodotto e mono-mercato, che sono state in grado di affermarsi come leader di nicchia sul fronte estero.

Partendo dalla constatazione che sono moltissime le imprese di piccola dimensione ancora in forte difficoltà, si indicano sei aree di intervento. Le prime quattro, già definite nella precedente relazione, riguardano le aggregazioni di impresa, l’innovazione e la tecnologia, l’internazionalizzazione e la finanza alternativa. A queste sono state affiancate due nuove aree: economia digitale e e-commerce e sviluppo professionale e managerialità.

In particolare:

  • Sulle aggregazioni di impresa si suggerisce un rafforzamento del contratto di rete attraverso il miglioramento delle incentivi fiscali, l’introduzione di un voucher per introdurre la figura di un manager di rete, una migliore disciplina lavoristica delle reti, l’introduzione di strumenti che favoriscano l’internazionalizzazione delle reti.
  • Sull’innovazione e la tecnologia si suggerisce di accompagnare le recenti misure adottate in materia di innovazione e ricerca all’adozione di un programma a favore di quelle imprese che operano nei settori maturi (alimentare, casa, tessili – abbigliamento, calzature, occhialeria, oreficeria), per l’introduzione di nuove tecnologie e l’ammodernamento dei mezzi di produzione. A ciò è necessario affiancare l’adozione di una strategia a favore dello sviluppo dei settori più innovativi legati all’ICT, alle bio – tecnologie, ai nuovi materiali.
  • Sull’internazionalizzazione il suggerimento è quello di sostenere l’attuazione del Piano straordinario per la promozione del Made in Italy anche attraverso l’adozione di interventi per lo sviluppo di strumenti finanziari ad hoc destinati alle imprese che intendono internazionalizzarsi, sulla scia dei risultati positivi che altri paesi europei stanno ottenendo sullo stesso fronte.
  • Relativamente alla finanza alternativa per MPMI la proposta mira a favorire l’attività dei venture capitalist italiani, l’utilizzo dei mini – bond e lo sviluppo dell’equity crowdfunding.
  • Sull’economia digitale e l’e-commerce si segnala, in particolare, la proposta di estendere il voucher per la digitalizzazione (che è attualmente in fase di attuazione) all’inserimento di professionisti in grado di affiancare l’impresa nelle attività di e-commerce.
  • Relativamente all’ultimo ambito di priorità, quello relativo allo sviluppo professionale e alla managerialità, la proposta sostiene la necessità dell’inserimento nelle MPMI di figure manageriali in grado di attivare processi di innovazione e di internazionalizzazione.

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