Le piccole imprese di fronte al problema dei ritardi di pagamento Anno 2023

  • Data di pubblicazione: Aprile 2023
  • Autori:  Area Studi e Ricerche , Dipartimento Legislativo e Relazioni Istituzionali , Dipartimento Politiche Ambientali , Unione Installazione Impianti
  • Area Tematica:  Studi e Ricerche
  • Tipologia:  Indagini monografiche
  • Tag

I termini dei pagamenti commerciali sono regolati nel nostro Paese dal Decreto legislativo del 9 novembre 2012 n. 192 (Modifiche al Decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, per l’integrale recepimento della direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali).  Nella prassi dei rapporti commerciali, però, si registra spesso il mancato rispetto dei dispositivi di legge in materia di pagamenti.  Tutto ciò rappresenta naturalmente un problema, soprattutto per le piccole imprese che possono soffrire crisi di liquidità ed essere obbligate ad assumere ulteriori oneri amministrativi e finanziari per gestire i loro crediti inevasi. Anche a livello di sistema economico nel suo complesso l’impatto non è secondario: quando un’impresa non viene pagata nei termini previsti è spesso costretta a far attendere a sua volta i propri fornitori. L’effetto domino che si crea determina una crisi diffusa di liquidità e di solvibilità che può portare al fallimento delle imprese più esposte, con conseguenze notevoli sul commercio (anche transfrontaliero) e sull’occupazione complessiva.   Per fronteggiare queste problematiche la Commissione Europea ha di recente avviato un processo di revisione della direttiva 2011/7 e a questo fine ha lanciato una consultazione ad ampio raggio presso le organizzazioni di rappresentanza e presso le singole imprese. La CNA nazionale, nel mese di febbraio 2023, ha deciso di avviare una indagine interna presso le imprese associate per meglio rappresentarne le posizioni e gli interessi.  I risultati dell’indagine CNA, a cui hanno partecipato più di 2.000 imprese, consentono di ricostruire la reale tempistica dei pagamenti sia nelle transazioni commerciali tra le imprese che tra le imprese e la pubblica amministrazione.  L’indagine, inoltre, fa il punto sulle reazioni degli imprenditori di fronte ai ritardi di pagamento, nonché sugli impatti che questi determinano sulla loro attività ordinaria. Si tratta di temi che hanno una indubbia centralità nell’azione di rappresentanza della CNA: da un lato perché i soggetti che maggiormente possono entrare in sofferenza sono proprio le micro e piccole imprese, dall’altro perché i ritardi e le distorsioni nella catena dei pagamenti danneggiano l’intera economia nazionale.

L’indagine porta in evidenza almeno tre elementi significativi:

 

  • nella prassi consolidata circa la metà delle piccole imprese vengono pagate in ritardo dai loro clienti rispetto alla tempistica di pagamento contrattualizzata. Questo vale sia per i pagamenti dovuti da altre imprese che dalla pubblica amministrazione;
  • Il fenomeno risulta esacerbato nelle aree del Mezzogiorno dove le imprese che dichiarano di sperimentare spesso, molto spesso, o quasi sempre questa circostanza, rappresentano addirittura all’80% del totale;
  • In generale, le imprese non adottano contromisure specifiche nei confronti del creditore: in prima istanza scelgono di attendere ulteriormente, spesso addirittura senza sollecitare il cliente debitore.

 

L’indagine restituisce inoltre con chiarezza i motivi per cui le piccole imprese accettano spesso di essere pagate in ritardo:

 

  • In primo luogo per mantenere la propria clientela. Si ritiene, evidentemente, che buon cliente non vada pressato (sono infatti poche le imprese che ricorrono a consulenze legali, perlomeno in prima battuta) e che la concessione di termini più ampi del previsto possano in qualche modo essere assorbiti. A questo riguardo l’indagine rivela che il 79,9% delle imprese non reagisce al ritardato pagamento proprio per esorcizzare il rischio di perdere il cliente (e magari anche il credito maturato);
  • In secondo luogo perché la complessità delle procedure legali di recupero del credito sono un elemento altamente scoraggiante. In caso di ritardi conclamati, infatti, solo il 19,1% delle imprese avvia azioni legali.

 

In entrambi i casi è in gioco la piccola dimensione dell’impresa creditrice. Quando la controparte è una grande impresa la “dittatura del debitore” si esercita con più forza e il creditore si muove con cautela offrendo, tra i vari servizi, anche la propria “comprensione”. Ma anche quando si volesse far valere i propri diritti, la difficoltà delle procedure, la durata dei procedimenti, i rischi connessi, sono elementi altamente scoraggianti per una piccola impresa.

Entra nella più autorevole associazione per qualità della rappresentanza, delle tutele e dei servizi.