Qualifiche basse e lavoro precario. E’ questa la situazione dell’occupazione marchigiana in questo avvio del 2017. Ad affermarlo la Cna Marche che ha elaborato i dati Excelsior Unioncamere per il primo trimestre dell’anno.

“Entro la fine di marzo “ afferma il presidente Cna Marche Gino Sabatini “nelle imprese della nostra regione troveranno lavoro 14.100 persone mentre, tra pensionamenti e licenziamenti, se ne andranno in 9.370, con un saldo positivo di 4.730 nuovi occupati. Ma le belle notizie finiscono qui perché la maggior parte dei nuovi posti di lavoro richiesti  dalle imprese riguarda lavoratori interinali (+3.210), collaboratori a progetto (+2.270) e collaboratori a partita Iva (+1.140). La richiesta di lavoratori dipendenti è invece in diminuzione (-1.890). Questo perché le nostre imprese vivono ancora un forte senso di precarietà dovuto all’incertezza della situazione economica, alla stagnazione del mercato interno e alla grave crisi che ha colpito l’intero sistema produttivo del sud della regione in seguito agli eventi sismici. Occorre uno sforzo straordinario delle istituzioni nazionali e regionali per aiutare il sistema delle imprese  a riprendersi e a creare nuovamente occupazione stabile e qualificata”.

Intanto, anche tra il personale dipendente, prevalgono i contratti a tempo determinato (54,1 per cento) di cui il 34,2 per cento in prova in vista di un’assunzione stabile e il 37,3 per cento per far fronte a picchi di attività. In crescita, rispetto allo scorso anno, la richiesta di apprendisti (13,6 per cento) da formare in azienda. Solo un contratto su quattro per i dipendenti che verranno assunti da qui a marzo sarà a tempo indeterminato.

 “Le imprese” spiega il direttore del Centro Studi Cna Marche Giovanni Dini  “cercano di far fronte alle opportunità di mercato senza riuscire a mantenere costante l’occupazione, senza poter creare un rapporto stabile con il lavoro. Ciò è dovuto anche all’ampia influenza della stagionalità su alcuni tipi di attività: dai settori legati al turismo estivo a quelli delle attività di costruzioni. La netta prevalenza di assunzioni previste nel terziario (due terzi dei casi) evidenzia il maggior dinamismo di tali settori nei confronti delle manifatture e delle costruzioni ma non si configura in direzione di una durevolezza o stabilità dei rapporti di lavoro. La ancora inadeguata richiesta di laureati (15,9)  esprime l’incapacità del sistema economico di avvalersi delle fasce più qualificate dell’offerta di lavoro; aspetto che trova conferma nella quota ancora troppo elevata (27% dei casi) di assunzioni previste per figure senza nessuna formazione specifica.”

Ma quali sono i mestieri più richiesti dalle imprese? Soprattutto personale generico (670) e operai metalmeccanici (630) Ma anche commessi (600), personale amministrativo (580), cuochi e camerieri (490).  Meccanica, commercio, ristorazione guidano dunque la classifica delle figure più richieste confermando che la domanda di lavoro della regione resta caratterizzata oltre che dal ruolo positivo di una parte della manifattura, anche da quello assai elastico del commercio e della distribuzione. Probabilmente il ruolo della ristorazione si va facendo meno precario e più stabile specie per effetto della crescente qualificazione offerta dalle scuole e dagli istituti tecnici e della diffusione crescente della consapevolezza che la filiera del turismo enogastronomico costituisce ormai per la regione una risorsa rilevante e su cui investire.