Per pagare il fisco, le piccole imprese sono costrette a lavorare idealmente anche quando tutti vanno in ferie. E’ infatti il 14 agosto la data che in media rappresenta il giorno di liberazione dalle tasse, da tale data in avanti gli imprenditori italiani smettono di lavorare per il fisco e cominciano a farlo per loro stessi e le loro famiglie.

Il Tax Free Day, viene denominato così tale giorno, emerge dall’Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle PMI che analizza 124 comuni italiani, a partire da tutti i capoluoghi di regione e di provincia, e prende a riferimento una impresa individuale, con cinque dipendenti, 430mila euro di fatturato e 50mila euro di utili. L’impresa italiana tipo.

Le proiezioni sull’anno 2016, inserite nel III rapporto CNA “Comune che vai fisco che trovi”, presentato lo scorso 4 maggio 2016, fanno emergere una situazione di grande peso fiscale sulle nostre piccole e medie imprese e un total tax rate medio del 61%, con gravi picchi in alcune città che si avvicinano o superano il 70% del reddito destinato al pagamento di imposte e contributi.

Ma come in ogni classifica che si rispetti, ci sono Comuni virtuosi e, diciamo così, meno virtuosi. I primi che hanno festeggiato l’ultimo giorno di lavoro per pagare le tasse, lo scorso 17 luglio 2016, sono Belluno, Cuneo e Gorizia. A seguire i comuni di Carbonia ed Udine che spengono oggi le candeline e poi, ancora, Mantova, Arezzo ed Imperia che devono attendere il prossimo 22 luglio.

Fanalino di coda invece, nella classifica del Tax Free Day CNA, è Reggio Calabria, nel cui Comune le piccole imprese sono costrette a lavorare per tutta l’estate e oltre, ossia fino al 24 settembre poco peggio di molte altre città come Bologna, Roma, Firenze, Catania e Bari

L’assurdo di un’Italia dipinta vacanziera che costringe però le piccole imprese a lavorare d’estate.

Per maggiori informazioni e visualizzare il livello di tassazione del proprio Comune, è possibile visionare il sito interattivo dell’Osservatorio CNA all’indirizzo: www.taxfreeday.it