Presentato oggi alla Camera dei Deputati il primo rapporto sullo stato dello sviluppo sostenibile in Italia presentato dall’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile.

L’Asvis, nata nel febbraio 2016 dalla collaborazione tra Unipol e Università di Tor Vergata e che vanta 126 aderenti – tra cui CNA – espressioni del mondo accademico, economico e della società civile in generale, ha realizzato un’analisi approfondita dello stato dell’arte in merito al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) individuati nel 2015 dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030. Agenda nella quale l’ONU prende le mosse dalla critica aperta all’attuale modello di sviluppo per definire una strategia per punti (i 17 goals) nella quale è centrale l’idea di sostenibilità che va oltre le questioni ambientali, a favore di una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. Tra gli obiettivi definiti, il superamento della povertà, dei conflitti e della fame, la protezione dell’ambiente, la sostenibilità energetica, la digitalizzazione e l’istruzione quale strumento di inclusione sociale, l’affermazione di nuovi modelli produttivi efficienti e a basso impatto, l’economia circolare, la parità di genere.

Il rapporto Asvis parte dell’analisi della situazione internazionale ed europea per concentrarsi successivamente su quanto fatto finora in Italia. Emerge un quadro frammentato e non sempre coerente, in cui spicca la contraddizione di principi definiti ma non attuati; di strumenti già adottati ma non operativi; di risorse stanziate ma non sempre sufficienti. 

Il quadro non è comunque tutto a tinte fosche: diverse sono le iniziative avviate nel frattempo dal Governo – come emerso nel corso degli interventi – in materia di inclusione sociale, istruzione, rafforzamento degli investimenti. Su molti temi, i lavori sono ancora in corso.

Il rapporto contiene un capitolo finale di proposte avanzate al Governo per colmare il gap esistente in materia e per consentire all’Italia di presentarsi preparata ai prossimi appuntamenti istituzionali (l’High Level Political Forum dell’ONU e la presidenza del G7 nel 2017). Di particolare rilievo, anche per il ruolo attivo che le PMI potrebbere assumere nell’affermazione del nuovo modello di sviluppo, l’adozione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, già prevista dal Collegato Ambiente approvato nel febbraio scorso; la ratifica dell’Accordo sul clima di Parigi, con la definzione degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti e gli obiettivi di efficienza energetica; la definizione di una Strategia energetica nazionale sostenibile; il rafforzamento dell’economia circolare quale unico modello adeguato per una evoluzione sostenibile in grado di coniugare sviluppo economico, occupaziome, risparmio energetico e salvaguardia ambientale.