I dati recentemente diffusi dalla Camera di Commercio di Macerata (elaborazione su dati Infocamere) relativi al numero delle imprese iscritte al I° trimestre del 2016 parlano chiaro: sul territorio regionale, il Maceratese detiene il record negativo per mortalità di attività, segnando – 416 aziende tra iscrizioni e cancellazioni.

Nello specifico, su 38.505 imprese registrate, i primi tre mesi del 2016 hanno visto 712 ditte iscritte contro le 1.128 che hanno chiuso.

Macerata è seguita dalla provincia di Pesaro Urbino, che segna -251, Ancona -250, Fermo  -182 e Ascoli Piceno -102.

I numeri diffusi – commenta il Presidente Provinciale CNA Macerata Giorgio Liglianiraccontano una situazione ancora delicata per le imprese, con il calo delle iscrizioni che continua ad interessare i settori costruzioni e commercio in maniera più massiccia, oltre al manifatturiero. Tuttavia, il dato è negativo ma minore rispetto allo stesso periodo del 2014 e questo ci fa ben sperare. Le imprese artigiane restano comunque la forza economica di questo territorio, di cui rappresentano il 31% del totale”.

L’azione della CNA – prosegue Ligliani è tutta rivolta al sostegno alle imprese, a partire ad esempio da quello del credito: è appena terminato, infatti, un importante ciclo di incontri sul territorio dedicato alla presentazione dei bandi regionali per contributi a fondo perduto, che ha richiamato l’interesse di molte imprese; inoltre, forte è l’impegno delle strutture dell’associazione per fornire informazioni e supporto riguardo l’innovazione e il passaggio generazionale”.

Per quanto concerne l’export, il Maceratese è ancora in calo, ma con un dato più contenuto: “Il report diffuso parla di un -3,6% di esportazioni per il settore calzaturiero, ad esempio – nota Luciano Ramadori, Vice Direttore di CNA Macerata e Presidente dell’Azienda Speciale Ex.It dell’ente camerale maceratese – segno di un trend che è negativo ma con prospettive di recupero. A questo proposito, abbiamo ricevuto feedback positivi dalla partecipazione di alcune recenti fiere di settore, soprattutto per quelle del comparto moda, in questo momento fortemente interessato dai bandi regionali dedicati all’innovazione delle collezioni. Inoltre, notiamo una certa vitalità in alcune nicchie del settore food, testimoniata ad esempio dal ritorno ad una partecipazione più organizzata al Cibus di Parma. A questo, si affianca anche il rilancio di alcune produzioni tradizionali, in chiave innovativa sotto il profilo sia del prodotto che del processo produttivo”.