Dal laboratorio universitario alla pasticceria

“Perché in fondo non c’è molta differenza – spiega Reneé Abou Jaoudé – in entrambi serve precisione e una grande conoscenza degli ingredienti per ottenere la ‘reazione’ perfetta. E il cibo preparato con amore genera una reazione di autentica felicità”. Reneé, italiana di padre libanese, dopo una laurea in Scienze Forestali e Ambientali e un Dottorato in Ecologia Forestale, un bel giorno ha deciso di abbandonare la carriera universitaria per aprire, nel 2013, una pasticceria a Viterbo. Una pasticceria naturale – precisa lei – dove tutti gli ingredienti, cioè, sono creati in laboratorio, senza conservanti, coloranti e aromi naturali, utilizzando solo materie prime di altissima qualità e preferibilmente locali. Per promuovere il territorio e la sua economia – continua Reneè – ma anche per garantire la sicurezza della tracciabilità e la qualità dei prodotti. Scegliendo aziende della zona posso andare a controllare personalmente e in più, scegliendo alimenti a km zero, rispetto l’ambiente: meno trasporti significa meno inquinamento ed emissione di Co2. La mia formazione si vede qui”. Scelte che, unite a una continua sperimentazione e alla bravura della madre (è lei che prepara i dolci dopo aver seguito un corso di alta pasticceria), hanno permesso a Reneè, a pochi mesi dall’apertura de “Le cose buone” di aggiudicarsi una stella Foodies del Gambero rosso. “A un certo punto della mia vita mi sono resa conto che non ero interessata alla ricerca fine a se stessa, ma che volevo fare qualcosa per gli altri – racconta lei -. Questo lavoro mi dà ogni giorno moltissime soddisfazioni: dal sorriso del cliente che trae piacere dai nostri prodotti, a quello del fornitore che partecipa al nostro successo. Gli agricoltori sono gli artigiani della terra ed è anche grazie ai loro prodotti che riusciamo a fare delle cose buone”. “La nostra è un’economia al rialzo – continua -. Paghiamo il giusto prezzo delle materie prime, perché paghiamo il lavoro che c’è dietro e grazie a questo riusciamo a creare dolci, anche tradizionali, con sapori unici. Perché il latte e la panna freschi presi dall’azienda locale non avranno mai il sapore di quelli industriali o che si vendono normalmente. Così come la crema pasticcera realizzata con le uova delle galline allevate a terra”. Ma “Le cose buone” è tutt’altro che una pasticceria ancorata alla tradizione. “Sperimentiamo in continuazione – conclude Reneé -. L’ultima frontiera? I dolci senza lattosio e uova, per le persone intolleranti. La sfida è creare prodotti con le stesse caratteristiche di cremosità e sapore di quelli fatti con latte e uova”. Perché la felicità va condivisa.