“Rete Imprese Italia esprime forte disappunto e grande preoccupazione rispetto alla proposta di estendere l’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi anche a operazioni di grande importo e alto rischio, innalzando la soglia massima garantita per singola impresa da 2,5 a 3,5 milioni di euro.

Tale iniziativa andrebbe a snaturare la funzione del Fondo pubblico di garanzia che nasce con la finalità di sostenere le micro, piccole e medie imprese con difficoltà di accesso al credito.

Tutto ciò, in una fase in cui la dinamica tendenziale dei prestiti alle imprese continua a essere caratterizzata da una significativa discriminazione dimensionale. La stessa Banca d’Italia, nel Rapporto sulla stabilità finanziaria, precisa che i dati relativi a un ampio campione di società di capitale indicano che per le aziende di media e grande dimensione i prestiti hanno ripreso a crescere in quasi tutti i settori di attività, mentre le imprese di minore dimensione incontrano crescenti difficoltà nell’accesso al credito, che continua a ridursi anche per quelle con bilanci equilibrati.

Questo, nonostante in Italia le imprese con meno di 20 addetti rappresentino il 98,2% del tessuto produttivo,  occupando nove milioni circa di addetti, pari al 57,2% del totale. Nessun altro Paese dell’Eurozona può contare su una platea di micro e piccole imprese così determinante per l’occupazione.

La modifica che si vuole introdurre risulta non coerente rispetto a un utilizzo efficace ed efficiente delle risorse pubbliche e avrebbe l’effetto di concentrarne l’utilizzo, e il rischio finanziario collegato, su operazioni di grande importo per imprese di dimensioni tali, peraltro, da avere accesso diretto al mercato del credito”. Lo si legge in un comunicato di Rete Imprese Italia.