CNA del Trentino Alto Adige apprezza lo spirito della Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza.

“In questo Paese – commenta Claudio Corrarati, presidente della Cna del Trentino Alto Adige – l’errore è ancora visto come un fallimento. Capita nel lavoro come in altri ambiti. Forse la furbizia di troppi nello sfruttare gli errori per farne un affare ha condizionato per troppo tempo il giudizio. È capitato negli ultimi anni agli imprenditori della nostra regione. Brava gente, padri e madri di famiglia che, a causa una serie di eventi sfavorevoli, si sono trovati con l’azienda in crisi, additati come “falliti” dall’intero sistema”.

“Ecco perché – prosegue Corrarati – apprezziamo molto lo spirito della Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Ne condividiamo, in particolare, la modifica terminologica che prevede la sostituzione del concetto di fallimento con quello di insolvenza, per offrire all’imprenditore onesto una seconda possibilità per accordarsi con i creditori e ripianare i debiti, come del resto prevede anche lo Small Business Act”.

La nuova disciplina è stata discussa in Commissione Giustizia della Camera, che ha ascoltato in audizione Daniele Vaccarino, presidente nazionale di CNA e Rete Imprese Italia.  Entrando nel merito, CNA sottolinea che una delle novità più rilevanti della riforma è l’introduzione di procedure di allerta e di composizione assistita della crisi, che assolvono l’importante funzione di far emergere tempestivamente lo stato di crisi di chi non sia nelle condizioni di adempiere alle proprie obbligazioni.

“Per questo – sottolinea Corrarati – è previsto il generalizzato obbligo per ogni imprenditore di istituire assetti organizzativi adeguati a rilevare per tempo la crisi e la perdita di continuità aziendale”. CNA evidenzia la necessità di prevedere, in sede attuativa, la diversa situazione degli imprenditori individuali, per i quali sarebbe auspicabile gradualizzare l’obbligo di istituire tali assetti. Sarebbe opportuno ampliare il numero degli organi di composizione della crisi – come Enti pubblici, Università, Camere di commercio e Ordini professionali – alle organizzazioni imprenditoriali.

“In previsione di una nuova stagione di rapporti difficili con gli istituti di credito dovuta ai problemi internazionali – conclude Corrarati – faccio appello a tutte le banche locali affinché possano capire e recepire i concetti della riforma senza diventare di fatto la causa di situazioni critiche per le nostre aziende”.