La bozza di decreto interministeriale che modifica l’Ecobonus non piace agli installatori: della CNA “Se quanto previsto dalla bozza di decreto in merito all’abbassamento dei tetti di costo per ogni singola tipologia di intervento fosse confermato – afferma  Guido Pesaro, Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti – gran parte delle potenzialità di questo strumento verrebbero vanificate”. Ad essere sotto accusa sono proprio i nuovi massimali di costo degli interventi che, secondo CNA Installazione Impianti, sono completamente fuori mercato.

In pratica – prosegue Pesaro – applicando i nuovi limiti di spesa la percentuale reale delle detrazioni si dimezzerebbe, senza contare gli altri effetti negativi, per i contribuenti, derivanti dal dover coprire direttamente la quota di costo degli interventi che eccede il massimale. Risultato? A fronte della minore convenienza degli incentivi, è facile prevedere un graduale ritorno dei cittadini a comportamenti non virtuosi che tenderanno inevitabilmente ad favorire il lavoro nero o soluzioni che non aiuteranno di certo lo sviluppo dell’efficienza energetica dei nostri impianti. Il tutto, peraltro, aggravato dalle ulteriori complicazioni procedurali previste nella bozza del decreto”.

Secondo lo studio del settembre 2017 sull’impatto delle misure di incentivazione predisposto dal Servizio Studi della Camera dei Deputati in collaborazione con il CRESME, dal 2007 al 2016 sono state trasmesse all’ENEA quasi 2,9 milioni di richieste di detrazione fiscale per interventi di riqualificazione energetica, che – a seconda delle diverse tipologie di intervento previste – hanno contributo a un risparmio di circa 1,08 Mtep in termini di energia. Nel 2016, gli interventi realizzati sono stati circa 360.000 per un totale di quasi 3,3 miliardi di euro di investimenti attivati, a fronte dei quali è stato conseguito un risparmio complessivo di oltre 1.100 GWh/anno.

A questi numeri – rileva il Responsabile degli impiantisti CNA – andrebbero aggiunti quelli relativi al positivo impatto occupazionale che gli investimenti veicolati dagli incentivi fiscali hanno determinato in questi anni, caratterizzati peraltro da una perdita complessiva di posti di lavoro nel settore delle costruzioni.  Sarebbe a questo punto opportuna – conclude Pesaro – una modifica della bozza di decreto che, anche se in una ottica di  contenimento della spesa pubblica, evitasse di gettare il bambino assieme all’acqua sporca ”.