Si chiama ecobonus e fa gola a tanti artigiani, piccoli e medi imprenditori, perché promette di dare benzina al mercato della riqualificazione degli edifici. Ma così come pensato nel Decreto Crescita rischia di essere un boomerang.

Il perché è presto detto: la norma allo studio prevede la possibilità di scontare direttamente in fattura l’importo della detrazione fiscale sui lavori di efficientamento energetico e di prevenzione del rischio sismico, ma artigiani e piccole imprese rischiano di rimanere fuori dai giochi. Impensabile che le dimensioni di impresa e i fatturati consentano a queste realtà di essere all’altezza delle risorse finanziarie e della capienza fiscale necessarie a dilazionare nel tempo il recupero di una parte rilevante del pagamento.

Ecco allora che il mercato si concentrerebbe in poche grandi imprese con fatturati rilevanti e più dotate dal punto di vista finanziario, alle quali verrebbe offerto un vantaggio competitivo esclusivo e ingiustificato. E oltre al danno, rischia di esserci anche la beffa. È prevedibile infatti che queste stesse imprese subappaltino i lavori proprio ad artigiani e piccole imprese, che si ritroverebbero così sul mercato, è vero, ma a condizioni penalizzanti.

Da qui l’allarme lanciato dalla vicepresidente di CNA con delega alle Politiche di sostenibilità, ambiente ed energia, Elena Calabria, che definisce appunto un boomerang per le imprese la formulazione del Decreto Crescita. Il rischio? “Bloccare la riqualificazione degli edifici” secondo la Calabria. “Lo sconto in fattura penalizza gli artigiani e le piccole imprese. Il provvedimento, infatti, concentrerebbe il mercato sulle imprese più dotate finanziariamente, ma che dovrebbero subappaltare i lavori agli artigiani e alle piccole imprese con condizioni estremamente penalizzanti per questi ultimi, raffreddando inoltre la domanda potenziale in un settore in realtà mai uscito dalla crisi. L’edilizia, invece, può contribuire in maniera determinante a rilanciare la crescita, da troppo tempo statica o negativa” ha concluso la Calabria.