Ristorazione: disobbedienza civile? No, grazie

E’ evidente che ci troviamo a vivere una situazione difficilissima. Lo è per tutti come cittadini, come famiglie, perlopiù come imprese. In attesa di ulteriori misure restrittive il settore della ristorazione e tutta la filiera si ritrova, ancora una volta, in balia degli eventi. Non si sa quando aprire, come fare gli acquisiti, cosa dire ai propri dipendenti. Insomma, il malumore aumenta. E i ristori finora erogati non possono essere considerati sufficienti a ripianare le perdite subite.

La storia ci insegna che quando il malumore cresce, con esso crescono anche fenomeni che dalla loro hanno certamente la forza dello scontento di molti, la passione e l’animosità che portano con loro, ma non l’esperienza e la conoscenza del saper fare rappresentanza.

CNA tutela gli interessi di artigiani e piccole e medie imprese dal 1946 e di questi fenomeni ne ha visti nascere e sfumare – a pari velocità- parecchi. Come CNA Agroalimentare siamo molto critici e pur comprendendo l’esasperazione di molti, invitiamo gli imprenditori alla massima prudenza.

La protesta, se civile e non violenta, è più che legittima. Bisogna però fare attenzione a chi invita a trasgredire le regole anziché cercare di far valere la propria voce attraverso azioni condivise e legali. Le sanzioni, infatti, arrivano alle singole imprese, non a chi le organizza, che tra l’altro non ha recapiti ufficiali.

Si stanno diffondendo, infatti, tramite i social network appelli alla disobbedienza civile che incitano ristoratori e baristi ad aprire comunque nel weekend – quando, stando alle anticipazioni, tutta Italia dovrebbe trovarsi in zona arancione- e promettendo azione legale gratuita a chi riceverà sanzioni per aver contravvenuto alle regole.

Le imprese, e in primis quelle della ristorazione, hanno adeguato i propri locali nel rispetto delle misure di sicurezza non sono solo verso i clienti ma anche verso il personale dipendente e i fornitori. Adesso occorre che riprendano le erogazioni dei ristori alle imprese di ristorazione, fermi a dicembre, così come la cassa integrazione, ferma a maggio.

Confidiamo in tempi celeri per l’espletamento delle vaccinazioni ma soprattutto nel senso di responsabilità di tutti, non solo da parte di chi deve rispettare le regole, ma anche dal Governo e dalle Regioni. Occorre accelerare al massimo i tempi per riaprire le attività, senza tollerare ritardi.