italia zone colori

“Incomprensibile e devastante il balletto cromatico che divide l’Italia in zone. Non è più sostenibile questo cambio continuo e repentino delle misure applicate per il contenimento della pandemia. Basta fare un giro per la città di Roma per notare come molte realtà commerciali, dai bar ai ristoranti, rimangono chiuse, nonostante la zona gialla. Non hanno il tempo e la certezza per programmare il reperimento delle materie prime e richiamare il personale. La vita di un imprenditore necessita di maggiori programmazioni e sicurezze affinché possa tenere in vita la sua attività.  Comprendo la necessità di adeguare le misure in base ai dati del contagio, ma non può essere una decisione settimanale o in alcuni casi quotidiana. Gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte, e lo stanno dimostrando, ora tocca alle istituzioni fare la loro.  Altrimenti si aggraverà ulteriormente quella che già è una catastrofe economica.”

Con queste parole, il segretario di CNA Roma, Stefano Di Niola, commenta l’entrata in vigore del decreto “ponte” che si concluderà il 15 gennaio.

Non ci sarà più una zona unica su tutto il territorio nazionale, com’è stato fino ad ora, ma ogni regione avrà un proprio colore, attribuito a seconda del livello di rischio. Dopo un weekend in zona arancione con bar e ristoranti chiusi, il Lazio da oggi torna in zona gialla rafforzata, con bar e ristoranti aperti fino alle 18, e con gli spostamenti vietati tra regioni.

In queste ore è in corso una riunione tra il Governo e le regioni con al centro le nuove misure restrittive che entreranno nel nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio.