Rubinetto del credito sempre più chiuso

Sempre più con il contagocce l’erogazione del credito alle piccole imprese. Il Bollettino economico di Banca d’Italia evidenzia il perdurare della fase di contrazione dei prestiti verso il sistema produttivo. Gli impieghi verso le imprese – scrive l’istituto di Via Nazionale – continuano la fase di calo a fronte della solida espansione di mutui e prestiti al consumo per le famiglie. La contrazione dei prestiti è più pronunciata per le imprese di piccola dimensione.

Bankitalia ricorda che la fase negativa dell’andamento dei prestiti è riferita sia all’ultimo trimestre e sia agli ultimi 12 mesi. A livello settoriale, l’andamento del credito ha continuato ad aumentare a ritmi molto moderati nella manifattura e nei servizi mentre ha proseguito la marcata contrazione negli altri comparti.

Nell’ultimo Bollettino economico, Bankitalia rileva inoltre che l’economia italiana continua la fase di stagnazione. “La crescita italiana – si legge nel documento – sarebbe stata stazionaria nel periodo luglio-settembre dopo l’aumento dello 0,1% dei tre mesi precedenti e anche per l’intero 2019 i principali previsori istituzionali e privati confermano le proiezioni di un’attività economica pressoché stazionaria. Bankitalia inoltre rileva il rischio che l’andamento sfavorevole dell’industria si trasmetta agli altri settori dell’economia.

Altra fonte di preoccupazione sono i dazi americani nei confronti dell’Unione europea. “I dazi riguarderanno una quota relativamente limitata delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti ma gli effetti indiretti potrebbero essere significativi”. Bankitalia indica che sarebbero colpite esportazioni italiane per 400 milioni di euro, ma vanno considerati gli effetti “trasmessi attraverso l’interscambio con i nostri partner commerciali dell’area o mediante una revisione dei piani delle imprese”.

Buone notizie infine dai titoli di Stato. I rendimenti dei Btp decennali “hanno raggiunto nel terzo trimestre i livelli minimi dall’introduzione dell’euro” e “lo spread sui titoli tedeschi decennali (sceso a 138 punti base) è tornato vicino ai valori dei primi mesi del 2018”. Alla performance “vi ha contribuito la riduzione dell’incertezza percepita dagli operatori circa gli orientamenti della politica economica e quelli nei riguardi delle istituzioni europee”.