Dopo un 2015 estremamente positivo la crescita delle imprese sarde prosegue anche nel 2016. Ma non ai livelli del resto d’Italia. E soprattutto non ai livelli del Mezzogiorno. Nel secondo trimestre dell’anno i registri delle Camere di Commercio isolane hanno infatti registrato un saldo positivo tra iscrizioni di nuove imprese e cessazioni (2.408 iscrizioni a fronte di 1.597 cessazioni: il tasso di crescita registrato nella nostra regione è stato dello 0,49% contro lo 0,42 dell’anno precedente, con un saldo positivo di 811 aziende. Ma è stato comunque molto più basso rispetto alla media del resto d’Italia arrivato allo 0,63% grazie ad una netta crescita delle imprese nel Mezzogiorno.

I risultati relativi alla Sardegna sono stati resi noti dalla Cna Sardegna che ha analizzato i dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre 2016 registrati da Movimprese, la rilevazione condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere.

La ricerca Movimprese registra, a livello nazionale, un incremento di 38mila unità, di cui ben 14.500 (il 38,1%) residenti al Sud: questo risultato evidenzia la crescente partecipazione dell’imprenditoria del Mezzogiorno al saldo nazionale negli ultimi anni: dal 2008 ad oggi, infatti, la quota del saldo nazionale delle aziende del Sud è passata dal 29% al 38,1%. Il Sud si dimostra peraltro più dinamico rispetto al resto d’Italia anche a livello percentuale: complessivamente il tasso di crescita delle regioni del Mezzogiorno si attesta infatti a  +0,73%, in crescita rispetto agli ultimi due anni, contro lo 0,63% della media nazionale (il valore ricalca esattamente quello registrato nello stesso periodo del 2015). Da questa crescita si discosta la Sardegna che, come detto nel secondo trimestre 2016 ha registrato un tasso di crescita dello 0,49%.

Dal punto di vista territoriale tutte le regioni italiane hanno chiuso il trimestre con saldi positivi. In termini assoluti la regione con il miglior bilancio all’attivo è stata la Lombardia (+5.759 imprese), seguita da Lazio (5.016), Campania (3.884), Sicilia (3.302) e Puglia (3.096). In termini percentuali, la regione più dinamica è stata il Molise (+1,09%), seguita da Basilicata (+1,06), Puglia (+0,82), Calabria (+0,81) e Lazio (+0,79).

Il settore che ha registrato il saldo più consistente è stato il Commercio (+8.924 imprese nel trimestre), seguito dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+6.052), agricoltura (+5.007), costruzioni (+3.055) e servizi alle imprese (+3.008).

L’analisi occupazionale

La ricerca mette in luce una netta trasformazione del mercato del lavoro avvenuta negli ultimi cinque anni. Tra fine giugno 2011 e fine giugno 2016 a livello nazionale i settori che hanno visto crescere maggiormente il numero delle imprese sono l’alloggio e ristorazione, i servizi alle imprese e le attività professionali, scientifiche e tecniche (+85mila). Quelli in cui si è rilevata una contrazione più sensibile sono invece l’agricoltura, le costruzioni e l’industria manifatturiera (-195mila). I settori che nei cinque anni hanno invece creato più posti di lavoro sono stati i servizi alle imprese (+188mila), i trasporti e magazzinaggio (+156mila) e la sanità e assistenza sociale (+132mila). Le contrazioni più sensibili si registrano invece nelle costruzioni (358mila dipendenti), nell’industria manifatturiera (-155mila) e nelle attività artistiche e sportive (-53mila).

Le regioni meridionali sono in controtendenza rispetto all’andamento nazionale. Il saldo positivo di quasi 8mila imprese in più ha permesso al Mezzogiorno di tenere in equilibrio l’intero settore del commercio negli ultimi cinque anni. Inoltre sono aumentate di 4mila unità le imprese del settore immobiliare e di 2.500 unità quelle della sanità e assistenza sociale. Quanto all’occupazione dipendente, grazie alla crescita di oltre 12mila addetti le imprese del Mezzogiorno hanno contrastato la riduzione dei posti di lavoro in agricoltura (che invece sono diminuiti complessivamente di quasi 4mila unità in cinque anni). Il Mezzogiorno è stato altrettanto determinante per la crescita del lavoro dipendente nel commercio (38mila posti di lavoro in più, pari al 59% dell’incremento complessivo nei cinque anni), e nei servizi alla persona (con 6mila dipendenti in più ha determinato il 54% della crescita totale del quinquennio).

La situazione in Sardegna

Quanto alla Sardegna, come detto, seppur registrando una lieve crescita rispetto al secondo trimestre dell’anno precedente, non ha partecipato a questa crescita esponenziale delle imprese del Mezzogiorno. Nel corso del secondo trimestre 2016 le Camere di Commercio isolane hanno registrato 2.408 iscrizioni di nuove imprese a fronte di 1.597 cessazioni, con un saldo positivo di 811 aziende: il tasso di crescita registrato in Sardegna è stato dello 0,49% contro lo 0,62 del resto d’Italia, una percentuale comunque superiore allo 0,42% registrato nell’isola nello stesso periodo dello scorso anno.

Nonostante la Sardegna sia stata tra le regioni più virtuose del 2015 questi primi mesi del 2016 sono iniziati un po’ in sordina”, commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale CNA.Al livello nazionale registriamo un exploit delle regioni del Mezzogiorno con un saldo positivo di 14.500 imprese e un aumento dell’occupazione autonoma nel commercio e nel settore immobiliare e dell’occupazione dipendente nel settore agricolo. La Sardegna sembra avere il freno a mano tirato, ma c’è da sperare che la seconda parte dell’anno registri un andamento simile a quello del 2015. Nella speranza che il clima di fiducia porti anche ad una ripresa del comparto artigiano che versa in una situazione sempre più critica”.

La situazione provinciale

I dati provinciali estratti dallo studio Movimprese dicono che Sassari continua ad essere la provincia che registra il tasso di maggiore crescita con 864 nuove iscrizioni e 512 cessazioni (0,63%) seguita da Cagliari con 987 nuove iscrizioni e 660 cessazioni (0,47%). Fanalino di coda è sempre Oristano che registra un saldo negativo con 152 nuove iscrizioni e 112 cessazioni (-0,28%).