Il Maestro Artigiano del legno. “Con le mani rimetto l’orologio della vita”
Dal legno alla carta. Non un “tradimento” ma solo la decisione di utilizzare la carta per raccontare la sua unica e vera grande passione: il legno. Nelle forme del restauro e dell’arte, con le tecniche di tarsia e in-taglio, con la capacità di trasmettere le sue competenze ai giovani e agli studenti. Ecco Santi Del Sere, artigiano dal 1989,diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte di Anghiari per l’arte del legno e il restauro del mobile antico, titolare di una delle botteghe più qualificate dell’Alta Valle del Tevere, dove realizza mobili tratti da antiche rappresentazioni e disegnati con una forte interpretazione personale.
Maestro artigiano, è adesso passato appunto alla carta raccontando la sua storia e la sua passione nel volume “Tarsi Decorazione preziosa” che sta per andare nelle librerie, dove ripercorre i segreti dell’arte lignea, dall’intaglio all’intarsio fino al restauro del mobile.
“Nella mia bottega si sono formati tanti ragazzi provenienti anche da altre regioni italiane. Non è facile per un artigiano essere formatore, occorre sicuramente una predisposizione per insegnare e tramandare conoscenze apprese in lunghi anni di lavoro. Anche così si tutela la nostra arte e si aprono nuove prospettive di lavoro per i giovani”, racconta.
Fra le sue esperienze più recenti quella del trompe l’oeil, con cui riporta su oggetti d’uso quotidiano rappresentazioni prospettiche e figurative, riproponendo l’antico rapporto fra arti minori e arti maggiori e quindi fra i maestri intarsiatori del ‘400 e i grandi artisti a loro contemporanei.
Mastro Santi è uno dei pochi esempi di come l’artigianato artistico, oltre alla riproduzione di opere e idee del passato, possa giungere a un propria identità artistica e produttiva pienamente e concretamente inserita nel presente.
“Il mio lavoro è un pezzo di storia, quella che con difficoltà arriva sui manuali scolastici e sui testi dei ricercatori. Eppure racconta la storia con molti sensi. Essere in grado di toccare il legno, di plasmarlo o di riportarlo in vita sottraendolo alla polvere, all’abbandono, al degrado è un’arte capace di far apprezzare il bello con gli occhi, di far sentire gli odori del legno e delle sostanze naturali usate nei laboratori, di far toccare con le mani superfici che consentono di accarezzare oggetti che hanno attraversato la storia. E non solo quella recente del Novecento”.
“La tecnologia corre veloce e il tempo ancora di più – continua Del Sere -. Abbiamo fretta. Fino ad arrivare alla nevrosi. Questa trasforma l’antico in vecchio, ciò che era utile ieri in inutile oggi, cioè che durava decenni in bene di consumo effimero. Con le mani cerco di rimettere l’orologio della vita. Il mio lavoro mi ricorda cosa è importante, cosa merita di essere conservato, quanto sia stupido usare e gettare cose belle solo perché ormai fuori moda”.