RAPPRESENTANZA Silvestrini al seminario di Treia: “La sfida dell’Italia è coniugare fiducia e identità”

La sfida dell’Italia si gioca sulla capacità di coniugare due elementi: fiducia e identità”. E’ il messaggio lanciato da Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA, intervenendo al seminario estivo promosso da Symbola a Treia. “L’elemento fiduciario resta prevalente – ha sottolineato – perché alla diffusione di un basso grado di fiducia corrisponde una bassa propensione al consumo e agli investimenti”, con il rischio, già sperimentato, che i risparmiatori italiani non comprino azioni di imprese italiane ma dirottino le loro risorse verso gruppi esteri, che poi investono in Italia acquistando marchi e prodotti italiani. L’esempio più evidente sono le politiche di espansione di gruppi francesi in Italia.

Il Paese, purtroppo, agli occhi degli operatori appare diviso in due. Mentre il triangolo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna “rappresenta una porzione di territorio in grado di competere su scala mondiale, il resto del Paese – ha indicato Silvestrini – procede a ritmo più lento e, anche simbolicamente, alcune volte si ha la sensazione che alcuni territori vengano lasciati a se stessi. Perché, ad esempio, l’Alta Velocità si ferma a Salerno? Perché non si prevede di farla arrivare a Palermo? Perché si assume che quella parte di territorio resterà fuori dalle opportunità offerte dagli scambi veloci?”

Il segretario generale si è poi soffermato sull’elemento identitario. Come costruire un’identità nazionale partendo dalle molte, innumerevoli, identità locali? “Le identità locali rappresentano un punto di forza per l’Italia – ha ricordato – tuttavia bisogna procedere alla costruzione di un’identità più grande e inserire in quest’ultima non elementi di diversità o di contrasto difensivista, non una visione dei confini come muri invalicabili, ma ciò che dobbiamo tornare a essere: la terra dell’accoglienza, dei valori comunitari, di un’identità forte ma non escludente, anzi aperta verso il mondo, che si è formata nei secoli attraverso gli scambi e gli incroci tra le popolazioni che hanno attraversato la Penisola”.

Silvestrini ha messo in risalto, quindi, il ruolo del tessuto delle piccole e medie imprese. “L’Italia è, e rimane, un Paese di piccoli imprenditori. Per alcuni – ha detto – questo è un problema. E’ bene ricordare, invece, che gli artigiani e le Pmi sono protagonisti anche sul mercato globale e hanno raccolto la sfida dell’interconnessione economica, assumendosi una percentuale importante del totale delle esportazioni. Quello che dobbiamo fare è costruire e rafforzare le ‘catene di valore’ in grado di coinvolgere tutti gli attori, dalle microimprese fornitrici alle piccole, alle medie e alle grandi imprese, quest’ultime, purtroppo, in sofferenza”.

“Il prodotto italiano, il prodotto artigiano, è un prodotto che ha bisogno di cultura. Perché ci vuole cultura per apprezzare la bellezza, la manualità che si fa arte. Per questo – ha concluso Silvestrini –  al nostro interno abbiamo bisogno di maggiori investimenti sulla scuola, che sono fondamentali per aumentare la platea in grado di apprezzare queste qualità e per creare quelle connessioni indispensabili tra scuola e mondo del lavoro, investendo di più sui programmi di alternanza. Qualcosa è stato fatto ma si può progredire ancora, senza aver paura di prendere esempio da altri Paesi come la Germania, sganciandosi da una visione attempata, che prevede come imprescindibile un lavoro totalmente intellettuale quale esito di un percorso di studi.

Viviamo una fase complicata, ma io sono sicuro che ce la faremo”.

 

Tag: