Contrordine e dietrofront. Il Made in Italy cammina per il mondo anche sulle gambe delle piccole imprese. Ed è soprattutto il manifatturiero a essere trainato sui mercati esteri dalle imprese con meno di 50 addetti. Elementi in netto contrasto con la vulgata ricorrente che vuole le piccole imprese poco internazionalizzate e palla al piede del sistema produttivo. Secondo i dati dell’Osservatorio Export CNA – curato dal Centro Studi della Confederazione – le imprese esportatrici sono per il 66,1% di micro dimensioni e per il 93,7% complessivamente piccole.

“Le piccole imprese che esportano sono performanti esattamente come le grandi – afferma Sergio Silvestrini, Segretario Generale CNA intervestitato dal Corriere della Sera -. Non si fermano di fronte alle grandi distanze geografiche dei mercati di sbocco. Padroneggiano con profitto le tecnologie digitali. Non faccio queste affermazioni da tifoso delle PMI, anche se ovviamente lo sono, ma da lettore senza pregiudizi dei report dell’Istat. Quei numeri letti e studiati senza paraocchi, ci dicono che siamo di fronte ad un immenso potenziale di sviluppo, di crescita e di ricchezza. Un potenziale purtroppo frenato da una doppia zavorra: un sistema creditizio e di garanzie assicurative inadeguato per le piccole imprese…

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