Silvestrini: Senza il Sud non riparte l’Italia ma serve una missione comune

“Se non riparte il Sud non riparte l’Italia”. Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, ribadisce una “evidente verità”. E’ necessario più che mai ricucire i divari territoriali che segnano il Paese, ma lo sviluppo del Sud rappresenta una delle condizioni fondamentali per il ritorno alla crescita dell’Italia. Silvestrini interviene all’assemblea di CNA Siracusa, “una nostra grande realtà che ha svolto un lavoro prezioso e importante in questi mesi difficilissimi stando vicina agli imprenditori”.

L’intervento del Segretario Generale è anche l’occasione per interpretare e leggere il contesto senza precedenti provocato dalla pandemia. “Abbiamo riscoperto il senso di comunità e il ruolo fondamentale dell’associazionismo. Viviamo una fase difficilissima ma sono ormai 13 anni che passiamo da una crisi all’altra durante i quali sono stati messi in discussione miti e tabù”. Ad esempio il tema del debito pubblico che ha condizionato la politica economica degli ultimi anni ma oggi, in una prospettiva a medio termine, non rappresenta più un elemento che condiziona scelte e strategie.

Con la pandemia “c’è una forte riscoperta del valore della socialità, della salute pubblica, del ruolo dello stato. Elementi che hanno forgiato il ventesimo secolo ma che sembravano sempre più marginali negli ultimi anni”.

Silvestrini sottolinea inoltre che “si sta riscoprendo il senso della missione comune, che si vince o si perde insieme. In tutte le crisi si può e si deve passare dal male al bene. Dobbiamo essere pronti a cogliere le innovazioni. E’ un tempo della paura e dell’insicurezza, che in termini economici produce paradossi come l’impennata del risparmio privato, si consuma meno e si investe meno”.

Silvestrini volge lo sguardo al futuro immediato. “Dobbiamo accelerare la ripartenza, la ricostruzione. Il Pil nel 2020 accuserà una contrazione del e la spesa pubblica raggiungerà i 963 miliardi.  La prospettiva tuttavia è assai incerta. Siamo di fronte, come sistema paese, e lo dico senza retorica, alla più grande sfida dalla ricostruzione del dopoguerra ad oggi. Abbiamo a disposizione un bazooka che è più potente del piano Marshall. Dobbiamo impiegare queste risorse per riacquistare credibilità, competitività ed efficienza, valorizzando gli asset straordinari che abbiamo. Penso al turismo, alle bellezze straordinarie di cui è ricco il paese e la Sicilia in particolare”. “E’ arrivato il tempo in cui ognuno deve dare il meglio di sé. Tutta la società deve essere mossa da questo spirito. A cominciare dalla politica, ma anche le forze sociali, nessuna esclusa. Gli stessi imprenditori e lavoratori. Rimboccarsi le maniche e rompere certi meccanismi che hanno portato il paese a non crescere. Sono 20 anni che siamo bloccati. Dobbiamo recuperare ritardi che sono ormai strutturali. Il sud è una delle grandi variabili da gestire, se non riparte il sud non riparte il paese. Le risorse ci ma da sole non sono sufficienti. Occorre una rottura, un cambio di paradigma. Il sud ce la può fare ma deve puntare sui suoi giovani imprenditori, l’iniziativa privata diffusa, sulle intelligenze, valorizzando gli straordinari asset di cui dispone. L’obiettivo che ci dobbiamo è evidente. E’ sufficiente riflettere su alcuni dati: il reddito pro capite in Sicilia è la metà della Lombardia e il tasso di occupazione della regione è al 41% contro il 64% del Centro-Nord”.

All’assemblea è intervenuto il presidente di CNA Sicilia, Nello Battiato che ha sottolineato che “serve coesione a ogni livello, non solo istituzionale, per uscire da questa grave crisi. Cna continua a essere un punto di riferimento, è motivo di orgoglio e di responsabilità”.

“La pandemia ha cambiato le mappe, dobbiamo trovare le nuove traiettorie”, ha evidenziato il presidente di CNA Siracusa, Innocenzo Russo, che ha enfatizzato il tema dell’assemblea 2020 in versione all digital: “Fare, proteggere e ricostruire sono le parole che rappresentano la nostra organizzazione“.

Il vice segretario di CNA Siracusa, Gianpaolo Miceli, ha evidenziato che “il tempo è una variabile fondamentale. Siamo un territorio che ha forte voglia di ripartire e che ha necessità anche di una nuova governance”.