Futuro Artigiano: su questo si sono interrogati oggi a Palazzo Medici Riccardi i soci di CNA Firenze Metropolitana nel corso dell’Assemblea annuale alla quale ha preso parte Sergio Silvestrini, Segretario Generale CNA Nazionale, insieme a Fabrizio Cecconi, direttore generale CNA Firenze Metropolitana.che, nella sua parte pubblica, ha visto la partecipazione di Giacomo Cioni, presidente dell’associazione, Dario Nardella, sindaco di Firenze, Andrea Di Benedetto, presidente CNA Toscana, Stefano Ciuoffo, assessore alle attività produttive della Toscana, Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale.

Una riflessione obbligata dopo la lettura dell’indagine sullo stato dell’imprenditoria giovanile artigiana elaborata dall’Ufficio studi di CNA Firenze su dati messi a disposizione dalla Camera di Commercio di Firenze.

Nel 2017 -5% di imprese artigiane under 35 sull’intero territorio provinciale rispetto al 2016, con perdite in tutti i territori, tranne uno, il Chianti, che ha visto una crescita di imprenditoria giovanile del 3%. -14% in Mugello, -7% in Valdarno Valdisieve, -5,5% nell’Empolese Valdelsa, -4% per Firenze-Fiesole, Piana Fiorentina e Scandicci-Lastra a Signa.

Una situazione preoccupante che consolida il trend negativo del 2016 e conferma l’area come poco ospitale per i giovani che vogliono fare impresa. Un fenomeno con pesanti ricadute sul sistema economico e sociale del territorio: per la perdita di opportunità occupazionali (l’artigianato ha un ruolo economico di rilievo, sia per numero d’imprese e settori presidiati, che per numero di occupati) e per la difficile salvaguardia del patrimonio di competenze ed esperienze necessario per mantenere elevati gli standard dell’artigianato locale.

L’assemblea è stata anche l’occasione per fare il punto sulle ultime novità che riguardano il governo nazionale. La diminuzione del prelievo fiscale, ha ricordato Silvestrini a margine dell’assemblea, “è una necessità per il Paese, una necessità per gli artigiani e i piccoli imprenditori, ma c’è un problema di compatibilità” fa notare. Quello che CNA chiede, afferma, sono tre cose: “Un taglio violento della burocrazia in ogni modo, un aiuto sul credito, perché il fondo centrale di garanzia va rivisto per aiutare il mondo delle piccole imprese, delle micro imprese dell’artigianato. Sul fisco, invitiamo a tagliare il prelievo fiscale che è complessivamente il più alto del mondo occidentale”. Il traguardo da raggiungere, secondo Silvestrini è molto impegnativo: conquistare un tasso di sviluppo del Pil in Italia del 2,5-3% su base annua: “questa è la condizione utile affinchè il mondo delle piccole imprese e dell’artigianato possa agganciare questo tipo di ripresa” aggiunge Silvestrini. 

Quanto alla realtà fiorentina, varie sono le cause della performance negativa, spiega Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana: “Inutile girarci intorno: il settore artigiano soffre di scarsa attrattiva verso i giovani e di difficoltà nel ricambio generazionale. Tanto i percorsi professionalizzanti, quanto i percorsi di alta formazione predispongono lo studente a immaginarsi come forza lavoro dipendente e non come imprenditore. E così crescono ogni anno gli imprenditori che, al momento del ritiro, sono costretti a cessare l’attività per mancanza di successori, tanto dentro che fuori la linea familiare”.

La ricetta di CNA per contrastare il trend e sostenere globalmente l’artigianato, giovanile e non, passa attraverso tre parole: semplicità, diffusione e competitività.

La semplificazione del far impresa richiede necessariamente la presa in carico del problema da parte della politica: attraverso l’approvazione di un nuovo testo unico nazionale per l’artigianato, in linea con i grandi cambiamenti globali e locali, di una nuova legge quadro regionale toscana (che tratti in modo approfondito gli specifici mestieri del settore e armonizzi regolamenti comunali, provinciali, metropolitani) e di un riordino e coordinamento delle norme e dei regolamenti per l’artigianato e la piccola e media impresa a livello di Area Metropolitana fiorentina.

La diffusione prevede invece un set di operazioni che vanno da interventi del Pubblico (per esempio piani urbanistici pensati per valorizzare gli aggregati di piccole imprese di prossimità; mobilità sostenibile volta a collegare quartieri diversi; potenziamento dei servizi pubblici di prossimità nelle aree periferiche) al potenziamento delle relazioni fra scuola e impresa (tramite la realizzazione di stage e tirocini orizzontali e trasversali che valorizzino competenze diverse, l’organizzazione di Open Day nelle imprese, il potenziamento e l’ampliamento dell’alternanza scuola–lavoro).

Infine, per la competitività necessari condizioni fiscali più elastiche e sostenibili, comprensive di sistemi di decontribuzione legati alla valorizzazione e riqualificazione dei luoghi e alla qualità del lavoro. Accesso (reale) al credito e al piccolo credito tagliato su misura erogato anche da Camere di Commercio e associazioni di categoria. Convenzioni di natura economica e logistica tra fornitori di materie prime e giovani e formazione specifica e di settore in termini di digitalizzazione, market analysis, branding. Un’idea potrebbe essere quella di potenziare il programma regionale Giovanisì con una voce specifica per la formazione e il tutoraggio di giovani artigiani, così come già previsto per i giovani professionisti.

 

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