Superbonus 110%, CNA Abruzzo all’Anci: imprese e Comuni collaborino

“Comuni e associazioni di categoria uniti per cogliere una straordinaria opportunità a disposizione di cittadini e imprese, per riqualificare il patrimonio edilizio guardando agli interessi dell’ambiente”. Lo scrive, in una nota indirizzata al presidente regionale dell’Anci e primo cittadino di Teramo, Gianguido D’Alberto, il presidente regionale di CNA Costruzioni Abruzzo, Aurelio Malvone, che rivolge all’Associazione dei Comuni italiani l’invito a una forte collaborazione per l’utilizzo del superbonus 110%, la misura voluta dal governo per la riqualificazione energetica e anti-sismica degli edifici.

Oltre agli auspici, tuttavia, CNA Costruzioni – che critica la decisione dell’esecutivo su tempi di attuazione della misura assai risicati, visto che scadono il 30 giugno 2022, data prorogabile fino al 31 dicembre dello stesso anno ma solo per quegli interventi dove è stato realizzato almeno il 60% dei lavori – propone anche l’adozione di strumenti di lavoro in grado di velocizzare le operazioni, segnalando nello stesso tempo alcuni particolari problemi da risolvere.

Al capitolo ‘proposte’, CNA Costruzioni Abruzzo pone innanzitutto l’esigenza di “realizzare in ogni Comune uno Sportello superbonus 110%, anche virtuale, per facilitare proprietari di case, amministratori di condominio e imprese che intendano usufruire del beneficio. Come? Aiutandoli ad orientarsi in una normativa complessa, e soprattutto facilitando con protocolli condivisi l’iter burocratico di per sé complesso ma che, se affrontato con serietà e professionalità, diventa fattibile anche per piccole realtà come quelle abruzzesi”.

Snellire le procedure, dunque, diventa il primo degli impegni in agenda. Anche perché – e veniamo così al nodo delle criticità – sono soprattutto le pastoie burocratiche a mettersi di traverso contro la richiesta di velocità. Un esempio su tutti, ricorda Malvone, è il complesso lavoro che devono sobbarcarsi i tecnici incaricati dai proprietari di “procedere alle operazioni di rilievo dell’esistente ed alla verifica della loro legittimità edilizia”.

Per loro, stretti tra l’incudine della fretta dei proprietari e il martello della lentezza della pubblica amministrazione, “il reperimento degli atti e la successiva verifica della conformità dello stato di fatto, che comporta un’assunzione di responsabilità che consente di ottenere i benefici di legge e non incorrere in sanzioni”, deve però fare i conti con “il mancato rispetto dei tempi di lavorazione degli accessi agli atti, con gli uffici delle pubbliche amministrazioni  che talvolta non rispettano il limite dei 30 giorni previsti per legge. Non permettendo ai tecnici di gestire la pratica nei tempi utili per avviare le fasi progettuali e concludere i lavori entro breve termine”.

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