Claudio Giovine, direttore della divisione economica e sociale della CNA, ha partecipato al dibattito sul Superbonus nella trasmissione ‘Sportello Italia’ di Radio 1, sottolineando la situazione delle 33mila imprese artigiane che rischiano il fallimento a causa delle frequenti modifiche normative e del blocco dell’acquisto dei crediti da parte degli istituti bancari e postali.

“Ci siamo sentiti in dovere di rendere esplicita la dimensione del dramma che stanno vivendo le migliaia di imprese che hanno lavorato per realizzare opere e che si sono fatte carico di anticipare il ‘contributo pubblico’, che va dal 20 al 110%, applicando lo sconto in fattura”, afferma Giovine. “Le imprese, di fatto, non hanno incassato soldi, contando sulla possibilità, prevista dalle norme, di recuperare, attraverso una rete di intermediari finanziari o di altri soggetti, il fatturato non incassato. Questo processo, come è noto, per una serie di interventi normativi che si sono susseguiti negli ultimi mesi, si è incagliato. Ciò si è verificato, in primo luogo, perché il volume delle attività svolte ha superato le aspettative che lo stesso governo e gli intermediari si erano posti. In effetti – prosegue – il Superbonus ha generato un effetto fortissimo: siamo passati da una media di 30 miliardi l’anno di lavori edili, a circa 65 miliardi nel 2021. Al tempo stesso, però, le imprese che hanno lavorato non riescono a incassare. Sono circa 60mila le imprese che faticano a cedere i crediti e, tra queste, quasi la metà ha dichiarato che, se non riuscisse in tempi brevi a svuotare il proprio cassetto fiscale, rischierebbe di chiudere. In altre parole, sono a rischio fallimento più di 33mila imprese e più di 150mila lavoratori” conclude Giovine.

 

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