È della massima urgenza una nuova convocazione del tavolo tecnico presso il Ministero dell’Economia per trovare soluzioni concrete ed efficaci all’emergenza dei crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese della filiera delle costruzioni.

Ogni giorno che passa si aggrava la situazione di migliaia di imprese e aumenta il numero di cantieri che si bloccano per l’impossibilità di portare a termine i lavori.

La riclassificazione della contabilità da parte dell’Istat e i numeri forniti dall’Agenzia delle Entrate consentono di avere un quadro chiaro per intervenire con la massima rapidità. Nonostante banche e assicurazioni dispongano ancora di ampia capienza fiscale, non si è ancora riattivato il mercato della cessione dei crediti incagliati, rendendo ineludibile un intervento diretto da parte dello Stato.

La seconda priorità del tavolo tecnico è ridefinire in tempi rapidi il sistema degli incentivi per la riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli immobili, strumento fondamentale per centrare gli obiettivi della transizione energetica e per dare impulso alla crescita economica come certificano le performance del Pil, occupazione e investimenti dell’ultimo biennio, grazie a oltre 50 miliardi l’anno di investimenti privati aggiuntivi.

Occorre evidenziare che il cosiddetto Superbonus è stato già ridimensionato nei mesi scorsi riducendo il beneficio dal 110% al 90%, vincolandolo alle prime case e con limiti di reddito. Intervento che sta già producendo un rallentamento vistoso. La cancellazione dell’opzione della cessione del credito (per tutti i bonus casa) prevista nell’ultimo decreto del Governo, riporterebbe il mercato della riqualificazione sui valori precedenti il 2020 allontanando il Paese dagli impegni sottoscritti sul taglio delle emissioni e la riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili.

 

Un decreto urgente per i crediti incagliati