L’imprenditore degli ausili “che ti cambiano la vita”

Ha chiamato la sua impresa – che produce dispositivi medici e ausili per la mobilità – con il proprio nome di battesimo, anche se potrebbe sembrare un cognome: Vassilli srl.Vassilli è il nome, Berto il cognome. In sintesi Vassilli Berto. E l’ha fatto non a caso. Perché i fratelli Berto sono nove, due dei quali lavorano sempre nel settore degli ausili. E perché Vassilli nella sua attività ci mette tutto se stesso, in prima persona.

Il signor Berto ha un segreto. Perché 86 dipendenti, 8000 mq di azienda dove si fa progettazione, ricerca, sviluppo dei prototipi e produzione, non si costruiscono senza che dietro ci sia una persona “sul campo”, tenace e caparbia.

Vassilli ha fatto della sua capacità una missione prima che un business. Il suo obiettivo è da sempre dare autonomia a chi non può muoversi da solo. Non a caso è stato presidente nazionale dei produttori di ausili e consulente del Ministero della sanità. Consigliere di OBV, l’Osservatorio biomedicale veneto. Esperto del comitato di normazione UNI per gli ausili.

Vassilli è tecnico ortopedico dall’81. Ha fatto il dipendente per una piccola ditta che produceva arredi ospedalieri in genere. Rilevata l’azienda, inizia un viaggio che dal 1967 porta la Vassilli a essere oggi una multinazionale ‘tascabile’ robusta. Esporta per il 32% del suo fatturato (12 milioni di € l’anno) in Europa in Germania, Francia e Spagna, dove ha uffici commerciali e in Canada, Arabia, Emirati, Grecia, Turchia, Cina.

“Dobbiamo guardare fuori dall’Europa – dice Vassilli -. Prima del 2020 per le imprese del nostro settore in Italia non vedo luci, ma solo ombre. Almeno finché il Servizio sanitario trattiene in uso gli ausili degli aventi diritto per 20 anni!”.

“Perché gli affari nel settore medicale da noi non girano? Guardiamo la Germania, per esempio: per un dispositivo medico i tedeschi chiedono tre preventivi per tre soluzioni su misura diverse. In Italia? Si parte da una nomenclatura obsoleta e per il caso specifico si procede all’adattamento da un prodotto esistente. Non è così che si fa! Occorre partire dal bisogno dell’utilizzatore e poi fornire un preventivo”.

Il Servizio sanitario italiano in 5 anni ha tagliato il 25% della spesa per gli ausili. Come si fa a ridurre lo stanziamento per un dispositivo che cambia la vita o diventa “compagno di vita” di una persona? “Se fabbrico un ausilio, lo farò testare all’utilizzatore, non lo consegno semplicemente. Perché solo una soluzione personalizzata darà una vita migliore a quella persona”, chiude Berto.

Vassilli è sempre andato nelle case delle persone che richiedevano gli ausili e continua a farlo. Ha sempre seguito le necessità e i bisogni fondamentali delle persone che non possono muoversi senza ausili. Andare “porta a porta”, significa capire le esigenze diverse di ogni persona. Questo è il suo segreto. E la sua sfida. Anche perché “ricordiamoci che un giorno potremmo averne bisogno anche noi”.