Abou

L’edilizia non è solo fatica, ma una chiave per il riscatto e per l’integrazione.  “È importante formare i ragazzi, non lasciarli fermi nei centri d’accoglienza, in attesa di sapere se resteranno. Se gli si insegna il mestiere si sentono utili e integrati”.

A parlare è Abdoulaye Petit Faye, per tutti Abou che racconta la sua visione di un’edilizia che non è solo costruzione, ma anche formazione e inclusione sociale. In un settore in crisi di manodopera e idee, Abou ha costruito, con le sue mani e la sua esperienza, un ponte tra due mondi: Venezia e Dakar.

Originario del Senegal, Abou è arrivato in Italia attraversando i Balcani in guerra, in cerca di un futuro migliore. Oggi è imprenditore edile a Venezia, dove ha fondato la ditta Felino, associata alla CNA Venezia, e fa parte del direttivo di CNA Costruzioni Venezia. La sua impresa impiega oggi quattro lavoratori – un ucraino e tre senegalesi – e si affianca a quella aperta in Senegal, dove Abou forma i giovani locali nell’arte della bioedilizia. Una pratica che unisce ecologia e riscoperta delle radici: edificare usando mattoni in terra cruda pressata, materiale naturale, economico, perfetto per il clima africano.

Nel suo Paese d’origine, infatti, ha realizzato una casa in mattoni di terra cruda pressata. L’edificio che ha costruito nei sobborghi di Dakar è il frutto di sette anni di lavoro, durante i quali Abou ha viaggiato tra Venezia e il Senegal, formando squadre locali e supervisionando ogni fase del cantiere. La struttura è realizzata con mattoni in terra cruda pressata, posati su fondazioni in calcestruzzo per garantire stabilità e durabilità. Il tetto è stato costruito con una miscela di pula di riso e terra rossa, materiali naturali e abbondanti in Africa, che assicurano un ottimo isolamento termico. “Facendo questi mattoni in terra cruda sul corpo superiore della casa ci permette di avere all’interno della casa un clima molto piacevole che tiene fuori il caldo. Allora uno volendo potrebbe anche avere queste case senza il condizionatore”, sottolinea Abou.

Una tecnica antica, sostenibile, ma fino a oggi trascurata per la mancanza di affidabilità strutturale. A cambiare le cose è stata la tesi di dottorato di Jacopo Baldelli, sviluppata allo Iuav (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) con il supporto dell’architetto Andrea Degan e dell’ingegnere Ettore Nassuato: uno studio che ha dimostrato la resistenza della muratura in terra cruda su fondazioni in calcestruzzo, aprendo la strada alla diffusione di questa pratica.

Lo studio, intitolato “Stabilised Compressed Earth Block Masonry: a mechanical behaviour analysis”, ha valutato diverse configurazioni murarie, dimostrando che l’uso di materiali compositi come le reti in fibra di basalto può migliorare significativamente le prestazioni strutturali, mantenendo la compatibilità ecologica e meccanica del sistema costruttivo.

La collaborazione tra Abou e lo Iuav rappresenta un esempio virtuoso di come l’innovazione tecnologica possa dialogare con le tradizioni costruttive locali, generando soluzioni sostenibili e replicabili.

Il progetto nasce proprio da esigenze contemporanee: vivere in ambienti sani, riducendo il consumo di energia. Un sogno reso possibile dalla conoscenza tecnica maturata in Italia e trasformato in realtà in Africa.

“Abbiamo reinventato una tradizione, correggendone gli errori. Le vecchie case in terra cruda cadevano perché avevano anche le fondazioni di terra. Noi abbiamo usato fondazioni in calcestruzzo, e mattoni di terra solo per la parte superiore. Il risultato è sorprendente: una casa fresca, dove non serve il condizionatore”, spiega Abou.

Tra le fonti di ispirazione, anche un viaggio in Mali, alla moschea di Djenné, dove ha sperimentato la straordinaria capacità della terra cruda di regolare la temperatura interna. Da lì, la decisione di realizzare la propria abitazione con materiali naturali locali – terra rossa, calce, e persino pula di riso – in un processo attento, guidato in prima persona.

Oggi, la casa di Abou in Senegal non è solo un’abitazione, ma un simbolo di rinascita e di speranza. Un luogo dove i giovani possono imparare un mestiere, riscoprire le proprie radici e contribuire allo sviluppo sostenibile del proprio Paese d’origine.