Rispolverare dal dimenticatoio una legge di riforma del settore rimasta “lettera morta”, rilanciando i suoi punti più qualificanti: trasmissione e avvio d’impresa, botteghe-scuola, centri di assistenza tecnica. Sono le quattro misure sulle quali la Cna Abruzzo chiede uno sforzo straordinario alla Regione per rilanciare il settore produttivo da anni in più evidente deficit d’ossigeno in Abruzzo: la micro-impresa. I temi di quella che la confederazione artigiana presieduta da Italo Lupo non esita a definire come una vera e propria “vertenza artigianato” saranno al centro, nel pomeriggio di oggi, dell’incontro (l’orario è fissato per le 16.30 negli uffici di viale Bovio, a Pescara) tra il Governatore Luciano D’Alfonso e la presidenza regionale della Cna. Alla Regione, la Cna Abruzzo chiede un impegno speciale anche dal punto di vista finanziario: non meno di due o tre milioni di euro da mettere sul piatto della bilancia, per dare sostanza a uno sforzo senza il quale è davvero difficile immaginare un futuro per il comparto produttivo più in crisi. Uno stato di malessere che la dura legge dei numeri “certifica” così:  tra il 2010 e il 2015 l’artigianato abruzzese ha subito una flessione di ben 4.503 unità, pari a -12,48%, valore che pone l’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale tra le regioni italiane, con ben 12mila occupati in meno. Con comparti quali le costruzioni e il manifatturiero ridotti allo stremo.

Sulla “trasmissione d’impresa”, il cui regolamento è stato approvato dalla Giunta regionale nel luglio del 2015, la Cna  – nel documento che consegnerà oggi a D’Alfonso – chiede di prevedere misure che consentano «di trasferire un’azienda valida ed efficiente da un imprenditore che cessa la propria attività, perché non ha eredi o parenti prossimi in grado di ereditarla, a giovani che vogliano rilevarla. Con maggiori possibilità di rimanere sul mercato rispetto ad una di nuova costituzione». Quanto allo “start-up”, ovvero il sostegno all’avvio dell’attività, Cna punta a «far rimanere sul mercato le imprese che nascono ma che per carenza di servizi di accompagnamento adeguati, cessano la loro vita nei primi 3/5 anni di vita in una misura che supera il 50%». Tendenza negativa confermata anche in questo caso dai numeri, che confermano il netto primato delle cancellazioni sulle iscrizioni: nel 2015 si sono iscritte all’Albo dell’artigianato 1.827 imprese, con 2.727 cancellazioni; nel primo semestre del 2016 a fronte di 1136 iscrizioni le cancellazioni sono state 1575. Sulle “botteghe-scuola”, Cna chiede di rifinanziare un istituto colpevolmente trascurato negli ultimi anni, in cui l’allievo acquisisce in tre anni le competenze necessarie per continuare a lavorare, con adeguata qualifica, nell’azienda che lo ha ospitato oppure avviare una attività in proprio.  Sui “Centri di assistenza tecnica”, infine,  Cna chiede lo stanziamento di fondi necessari a dare sostanza a questo strumento. 

Il confronto tra la confederazione artigiana e il Governatore, ovviamente, sarà esteso anche ad altri punti, come il credito (la Cna chiede di mettere a disposizione dei confidi, nel più breve tempo possibile, risorse ingenti derivanti dai programmi comunitari), l’innovazione, l’internazionalizzazione e la formazione, che tuttavia trovano già ampio spazio sia nel “Patto per lo Sviluppo” che all’interno delle misure del POR-FESR  e del Fondo sociale europeo.  Mentre anche su artigianato artistico e produzioni tipiche dell’agro-alimentare,  biglietti da visita del territorio, la Cna chiederà al governo regionale un surplus di attenzione, con misure specifiche quali “l’osservatorio sull’artigianato artistico”, “il disciplinare delle lavorazioni artigianali”, la definizione di “Maestro Artigiano” ed il “marchio di qualità”.