Invenzioni lunari

Cosa hanno in comune la pentola a pressione e l’orologio al quarzo? E il rivestimento antigraffi delle lenti per occhiali con i filtri per i rubinetti dell’acqua? Semplice, arrivano dalla Luna. O meglio. Sono alcune delle migliaia di invenzioni sviluppate durante gli anni ’60 nella corsa alla conquista dello spazio.

A 50 anni dallo sbarco dell’uomo sulla Luna la nostra vita quotidiana non può prescindere da centinaia di oggetti che sono stati concepiti e sviluppati per consentire all’uomo di poter vivere fuori dall’orbita terrestre. La NASA stimò che le missioni Apollo generarono oltre 150mila brevetti che sono poi diventati rapidamente prodotti e strumenti che hanno profondamente cambiato il nostro quotidiano. Il trapano senza fili (difficile trovare una presa per la corrente a migliaia di Km dalla Terra) è frutto delle prime missioni Apollo.

Non solo nuovi prodotti ma sviluppo di interi settori come l’elettronica e l’informatica nonché le telecomunicazioni che hanno accelerato l’evoluzione verso i moderni computer e modernizzato gli strumenti dei satelliti per il meteo, la navigazione e la sicurezza degli aerei.

Le missioni spaziali hanno anche regalato all’uomo scoperte di nuovi materiali. Il Goretex venne sviluppato per realizzare le tute degli astronauti e oggi è un materiale ampiamente diffuso per giacche a vento e scarpe. Anche il teflon delle pentole è stato sviluppato per proteggere i cavi elettrici dei moduli dell’Apollo. Anche il velcro è figlio della conquista dello spazio. Appositamente realizzato per evitare il fluttuare continuo degli astronauti.

È in cucina che molte invenzioni spaziali hanno trovato il più ampio utilizzo. Come il Cronidur30, una speciale lega di acciaio oggi impiegata per realizzare coltelli e taglieri. Fu sviluppato per realizzare le pompe del carburante grazie a una resistenza alla corrosione superiore di 100 volti agli acciai “normali”.

Anche la medicina ha beneficiato delle missioni spaziali. Le protesi artificiali sono realizzate con la fibra di carbonio e materiali compositi sviluppati per i programmi spaziali. La lista sarebbe sconfinata, dai coagulometri tascabili alle celle a combustibile, dai microsensori dei circuiti idraulici agli pneumatici radiali.

Non si può non ricordare il materiale a memoria di forma che oggi è comunemente impiegato per materassi e divani e venne sviluppato per proteggere le astronavi dagli urti. E poi i rivelatori di fumo, gli impianti per concentrare la luce solare e creare energia. Se sentite qualcuno dire perché spendere miliardi per andare nello spazio, la risposta è semplice.