Zone rosse a Chieti e Pescara, senza indennizzi a rischio migliaia di attività

L’istituzione della “zona rossa” nei territori di Chieti e Pescara rischia di mettere in ginocchio definitivamente migliaia di piccole imprese artigiane e commerciali, se non saranno individuati immediatamente meccanismi di sostegno alle attività costrette alla chiusura. Lo affermano, in una nota congiunta, i presidenti di CNA Chieti, Giuseppe Troilo, e di CNA Pescara,  Cristian Odoardi, commentando la decisione unilaterale del presidente della Regione, Marco Marsilio, di procedere direttamente e senza alcun preventivo assenso del Governo, alla creazione della “zona rossa” nei due territori: scelta, questa, che non comporta una copertura automatica destinata ai ristori.

“Non saremo certo noi a contestare le ragioni di tutela della salute pubblica alla base del provvedimento – affermano i due presidenti – ma anche sulla base della precedente esperienza di fine 2020, operata dal governatore con l’istituzione unilaterale di una ‘zona rossa’, sarebbe forse stato il caso di operare scelte concordate con gli organismi nazionali, in modo da garantire alle attività penalizzate la certezza di un indennizzo economico. Ma evidentemente i disagi di allora non sono serviti da lezione per la scelta di ora, che proprio i numeri ufficiali dell’epidemia avrebbero consentito di preparare e gestire con minor improvvisazione”.

“Con il risultato – proseguono i presidenti delle CNA territoriali – che adesso la Regione dovrà negoziare con il Governo e con la Conferenza delle Regioni lo stanziamento di risorse aggiuntive con cui cercare di far fronte a questa nuova emergenza. Senza tralasciare l’individuazione e la ricerca di cifre straordinarie anche nel bilancio regionale”.

Sull’erogazione dei fondi stanziati dalla regione Abruzzo nei mesi scorsi, Troilo e Odoardi ne sottolineano l’eccessiva lentezza: “Siamo consapevoli che si tratti di somme ingenti, però va anche detto che la loro effettiva erogazione ai destinatari procede con lentezze esasperanti e ingiustificate. Limiti – concludono – che vanno immediatamente corretti alla luce delle nuove emergenze”.