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Alessandra Martinez

“La dimora delle farfalle” tra tessitura, arte, chimica e storia

La passione di Alessandra Martinez arriva da lontano, viaggia nella storia della tessitura, attinge molti elementi dalla chimica e si contamina d’arte con i colori degli impressionisti e gli approfondimenti sulle tinte di Goethe.
La signora, di origine argentina ma da 26 anni in Italia, sta vivendo oggi la sua seconda esistenza, da dirigente a imprenditrice di se stessa e della sua grande passione: realizzare stole e accessori moda unici al mondo. Il progetto che ha spiccato il volo con le proprie ali, in un’epoca in cui si abbassano le saracinesche e gli imprenditori sono costretti a difficili equilibrismi pur di sopravvivere, si chiama “La dimora delle farfalle”: simbolo di rinascita e di una rinnovata leggerezza, nonostante sia molto pesante e faticoso lavorare la lana merinos e la seta come l’imprenditrice Martinez.
“E’ la sensazione di serenità che ti dà il fare qualcosa per te stessa, interamente con le tue mani” dice. Il risultato è sorprendente: un abbraccio caldo e morbido di colori e sfumature delicati, appunto, come le ali delle farfalle, con in più un altissimo valore artigianale.
“Ho deciso di investire nella mia grande passione – spiega la signora Martinez che dalla sua casa in Val D’intelvi acquista in tutto il mondo la più pregiata lana merinos e la seta, filato storico delle nostre terre e le combina con un esito finale elegante e innovativo. Certo, perché la sua lavorazione introduce elementi di tessitura del tutto originali che l’autrice sta tentando di brevettare: “Nessuno – dice – produce un bordo di lana accuratamente lavorato come il mio che si fonde in un tutt’uno con la seta centrale”. Difficile da descrivere il risultato di 3 giorni di lavoro, 14 ore solo di progettazione e 7 ore per l’infeltrimento, solo la vista e il tatto possono trasmettere le emozioni e la sintonia con i materiali che Martinez infonde alle sue creazioni.
Il prodotto è interamente artigianale e del tutto ecologico: non si butta via nulla e tutti gli scarti di lavorazione si riciclano. “Parto con il progettare la mia stola, scelgo accuratamente i materiali, li preparo, seleziono le tonalità e tingo la lana e la seta. Quindi agisco con il sapone per la lavorazione manuale”.
Un grande sforzo fisico, oltre che creativo. E una volta terminata la parte esterna, quella decorata, l’autrice passa a quella interna, il retro, che cura quasi con la stessa meticolosità della sua faccia visibile. Una perfezione che rende ogni stola unica. “Sono autodidatta – ammette – ma le mie stole nascono dall’elaborazione delle mie conoscenze nel campo della cultura, dell’arte che amo molto, della storia con un intreccio antico reso attuale dall’accostamento di applicazioni e colori”. La formazione della scuola steineriana di Milano e dei corsi di pittura frequentati sono stati fonte di ispirazione e stimolo per la passione della signora Martinez.
Sono una quarantina i pezzi già realizzati faticosamente durante l’inverno con costanza e una ferrea disciplina, orari da Stakanovista e olio di gomito, fieno in cascina per il debutto sul mercato, attraverso un negozio d’alta moda di Cernobbio.
“Per ora utilizzo questo canale per testare il mercato – conclude –. Mi piacerebbe contattare qualche stilista di griffe prestigiose per fargli vedere qualche mia creazione”. Il rischio di ingenerare tentativi di imitazione, però, è altissimo e la signora Martinez sembra muoversi con i piedi di piombo per questo passaggio, anche se ogni farfalla che vola è unica e irripetibile.

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