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Frantoi e macchinari, in arrivo contributi per modernizzare – il parere di AIFO

Decreto recante il riparto in favore delle Regioni e Province autonome di euro 500 milioni (PNRR – Missione 2 componente 1, Investimento 2.3 – Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare) e la definizione delle modalità di emanazione dei bandi regionali relativi a 100.000.000,00 di euro destinati alla sottomisura “ammodernamento dei frantoi oleari”

 

È stato emanato in data 2 febbraio 2023, il decreto n. prot. 53263, recante il riparto in favore delle Regioni e Province autonome di 500 milioni di euro (PNRR – Missione 2 componente 1, Investimento 2.3 – Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare). Il decreto disciplina altresì le modalità di emanazione dei bandi regionali per la sottomisura “ammodernamento dei frantoi oleari”, pari a 100 milioni di euro. Si precisa che il citato decreto n. prot. 53263 è in corso di registrazione presso gli organi di controllo.

scarica il testo del decreto

DM riparto – requisiti per bandi frantoi (830.16 KB)

Il Parere del Presidente di AIFO, Elia Pellegrino

“Ringraziamo il ministro Francesco Lollobrigida per la celere firma del decreto con cui definisce le modalità di emanazione dei bandi regionali relativi ai 100 milioni destinati all’ammodernamento dei frantoi oleari. Ma non possiamo non rilevare alcune criticità che andrebbero subito superare in sede di emanazione dei bandi stessi”.
Il presidente di Aifo – Associazione italiana frantoiani oleari – Elia Pellegrino (nella foto) mette in guardia dalle problematiche legate all’ottenimento dell’Autorizzazione Unica Ambientale (Aua) come elemento obbligatorio in sede di presentazione della domanda di contributo.
“Questo presupposto – spiega Pellegrino – comporterebbe inevitabili disagi, vista la lentezza burocratica, misurata in mesi, con cui le varie Asl competenti rilasciano tale Autorizzazione, fatto questo che farebbe perdere di valenza il decreto stesso, perché si supererebbero i termini previsti proprio per la presentazione della relativa domanda. Esortiamo pertanto le Regioni ad una opportuna valutazione proprio su tale argomentazioni e diciamo fin d’ora che solo con una forte concertazione con le associazioni di categoria si potrà, se non proprio risolvere, quantomeno appianare questo problema.
Alle stesse Regioni chiediamo anche celerità nel pubblicare entro i tempi previsti (30 marzo, ndri relativi bandi e le invitiamo a non esitare a prendere contatti con le associazioni di categoria per dirimere eventuali problematiche nella stesura degli stessi. Confidiamo, infine, che anche le Regioni che registrano una minore presenza di frantoi e dunque hanno ottenuto risorse proporzionate, destinino comunque questi fondi alle finalità previste, tenuto conto che sostenere i frantoiani anche in tali territori va a beneficio del sistema oleario nazionale”.
Vale la pena ricordare, al riguardo, come sarà la ripartizione dei fondi. Andando in ordine decrescente, i 100 milioni di euro saranno così suddivisi tra le Regioni: Puglia 27.4 milioni, Calabria 16.5, Sicilia 12.6, Toscana 8.3, Campania 6.4, Lazio 5.8, Abruzzo 5.1, Umbria 3.7, Sardegna 2.8, Marche 2.4, Basilicata 2.3. Liguria 2.1, Molise 1.6. Sotto il milione di euro Veneto (915 mila), Emilia-Romagna (657 mila), Lombardia (428 mila), Friuli-Venezia Giulia (176 mila) e Provincia di Trento (112 mila). Non sono previsti fondi per Piemonte e Valle d’Aosta.
Il sostegno pubblico è concesso nella forma di contributo in conto capitale. L’aliquota di contributo applicabile, che sarà definita dalle Regioni e dalla Provincia autonoma di Trento, non potrà superare il 50% dell’importo dei costi di investimento ammissibili nelle Regioni meno sviluppate e il 40 % nelle altre Regioni. Sarà possibile l’erogazione di una anticipazione finanziaria pari al 30% della spesa ammissibile, sulla base di apposita richiesta del beneficiario corredata da idonea garanzia fidejussoria.
I progetti riguardano esclusivamente investimenti finalizzati alla sostituzione e all’ammodernamento degli impianti più obsoleti dei frantoi oleari con l’introduzione di impianti di molitura ed estrazione a “2 o 3 fasi”.

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