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3 miliardi per ricostruzione, prevenzione e incentivi nella c.d. “manovrina”

Nuovi stanziamenti per la prevenzione e la ricostruzione nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma. Fondi anche per sostenere il bilanci degli enti locali del cratere a causa del mancato introito della fiscalità locale. E fondi anche per incentivare l’insediamento di nuove imprese nei 140 comuni elencati dal primo decreto terremoto. Queste in sintesi le misure contenute nel pacchetto terremoto della “manovrina”, costituito degli articoli 41-46.

 

Un miliardo l’anno fino al 2019

È previsto uno stanziamento di un miliardo di euro per ciascun anno del triennio 2017-2019. 
All’interno di questo stanziamento viene individuato un nuovo Fondo di sostegno alla ricostruzione. Il fondo ha la seguente dotazione: 491,5 milioni di euro per il 2017; 717,3 milioni per il 2018 e, infine, 699,7 milioni di euro per il 2019. I soldi sono gestite dal MEF (attraverso decreti Ministeriali)  su proposta del Commissario alla ricostruzione. Le risorse del Fondo possono essere utilizzate per finanziare vari interventi di ricostruzione privata, residenziale e non, inclusi gli indennizzi per danni a macchinari e scorte. Una quota di 50 milioni per il 2017 e 70 milioni per ciascuno degli anni 2018 e 2019 vengono concessi agli enti locali per l’acquisto e la manutenzione di mezzi e attrezzature per il «soccorso della popolazione civile.

 
Oltre a questo fondo vengono attribuite ulteriori risorse a capitoli di spesa esistenti, come il fondo per i comuni del cratere già istituito dal primo decreto terremoto (art.4, comma 1, dl 189/2016) che viene incrementato di 63 milioni di euro per il 2017 e 132 milioni per ciascuno degli anni 2018 e 2019. Vengono inoltre sbloccati 150 milioni (annualità 2017) per la ricostruzione pubblica nei 140 comuni del cratere che vengono messi a disposizione del commissario alla ricostruzione Vasco Errani.

L’ultimo capitolo è quello – molto atteso – delle cosiddette zone franche urbane (fortemente richieste anche da CNA), che vengono sostenute con più di mezzo miliardo di euro.

 
L’edilizia scolastica (la prevenzione dentro e fuori il cratere)

L’edilizia scolastica è uno dei principali ambiti finanziati dal nuovo Fondo per il Centro Italia. Uno dei canali prioritari riguarda le verifiche di vulnerabilità, da eseguire entro il 31 agosto 2018, nelle scuole dei 140 comuni del cratere, e per i successivi interventi di adeguamento sismico che si dovessero rendere necessari.

Per le scuole scende in campo anche il nuovo dipartimento di Palazzo Chigi “Casa Italia“, appena costituito dal decreto legge n.8/2017. Il dipartimento si dovrà occupare delle verifiche di vulnerabilità (con gli eventuali interventi di adeguamento antisismico) di tutti gli edifici scolastici che si trovano nelle aree 1 di rischio sismico, diverse da quelle del cratere. Per evitare sovrapposizioni, Casa Italia dovrà raccordarsi con il ministero dell’Istruzione per verificare se gli interventi individuati sono già inclusi in uno dei programmi gestito dal MIUR.

 
Edifici pubblici strategici (la prevenzione nel cratere)

Torna l’attenzione anche sugli edifici pubblici di importanza strategica, già oggetto di un piano pluriennale della Protezione civile. Il Fondo istituito dalla manovrina finanzia sia le verifiche di vulnerabilità sia gli eventuali successivi progetti di ripristino e adeguamento sismico» degli edifici pubblici strategici all’interno del cratere.

Prevenzione sismica: Casa Italia sperimenta 10 cantieri-pilota.

Assegnati nel 2017 al neonato dipartimento di Palazzo Chigi Casa Italia una dote di 25 milioni per realizzare i dieci cantieri pilota di miglioramento sismico in corso di progettazione da parte del gruppo G124 di Renzo Piano su strutture di edilizia residenziale pubblica. Finora sono stati resi noti i 10 comuni, ma non gli immobili che saranno oggetto dell’intervento. 

Sospensione tributi e proroga degli incentivi

Tra le misure di sostegno varie, c’è anche un mese in più di busta paga pesante. Il periodo nel quale, su richiesta del lavoratore interessato, i datori di lavoro possono versare lo stipendio senza operare le trattenute, si estende al 31 dicembre 2017 (rispetto al precedente termine del 30 novembre, e sempre a partire da gennaio 2017). Allungamento dei tempi anche per gli adempimenti tributari (diversi dai versamenti) non eseguiti dagli enti locali grazie alla sospensione disposta dalle precedenti norme. Il nuovo termine per regolarizzarsi slitta dal 31 dicembre 2017 al 28 febbraio 2018. A fronte del mancato gettito viene previsto uno stanziamento di 17 milioni cui può provvedere il commissario alla ricostruzione. 
Un anno in più per il credito di imposta delle imprese: fino al 31 dicembre 2019 (invece della scadenza fissata al 31 dicembre del 2018. Infine, compensazioni agli enti locali – per un totale di 46 milioni di euro, di cui 16 milioni per l’annualità 2016 e 30 milioni per l’intero triennio 2017-2019 – in sostituzione del gettito della Tari.

 

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