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Ascensori. DPR 23/2017. Un decreto che non risolve i problemi

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15 marzo (n. 62) il DPR 10 gennaio 2017, n. 23 che modifica il DPR 162/99, per l’attuazione della direttiva 2014/33/UE relativa agli ascensori. Purtroppo, rispetto al testo uscito dal Consiglio dei Ministri a fine 2016 non ci sono novità ed i problema principali che sta attualmente vivendo la categoria, l’abolizione delle commissioni di esame per il conseguimento dell’abilitazione alla manutenzione e la loro mancata ricostituzione ed il mancato l’obbligo di adeguare alle norme di sicurezza i circa 700.000 impianti di elevazione installati prima del 1999,  sono ancora tutti da risolvere.

Evidentemente non sono bastati un avviso comune siglato con i sindacati e le numerose e reiterate richieste, e proposte, di soluzione  avanzate dalle associazioni di categoria; è stato sufficiente un parere del Consiglio di Stato che considerava legittima, con tecnicismi molto poco comprensibili per gli operatori del settore, la scelta di non intervenire sulla necessità di adeguamento degli impianti di elevazione installati prima del 1999 e che non ci fossero basi legali per la ricostituzione delle Commissioni d’esame per l’abilitazione alla manutenzione degli ascensori: “In entrambi i casi però – sottolinea Guido Pesaro, Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti –  lo stesso Consiglio aveva riconosciuto la fondatezza delle nostre richieste evidenziando l’urgenza di un intervento legislativo  e raccomandando a Camera e Senato di intervenire al più presto”.

Ed è proprio su questo “intervenire al più presto” che si appuntano i dubbi e le perplessità degli operatori circa la capacità della politica di intervenire dopo che dall’abolizione delle commissioni di esame presso le Prefetture sono già passati 5 anni e che il problema di regolamentare la messa in sicurezza degli impianti installati prima del 1999 e che presentano livelli di sicurezza inferiori rispetto agli standard definiti dalla Direttiva 95/16/CE è ancora di più antica data.

E dire che il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Sen. Simona Vicari, rispondendo nel novembre 2014 ad una interrogazione parlamentare  fece presente che, citiamo testualmente, “fino a nuovi interventi normativi in materia, il predetto certificato di abilitazione rimane certamente necessario per svolgere l’attività di manutenzione in questione; […] un eventuale intervento normativo risolutivo del problema, ove ritenuto opportuno e necessario a seguito degli approfondimenti già programmati, potrà essere effettuato, come accennato in precedenza, in occasione delle prossime ulteriori modifiche al citato decreto del Presidente della Repubblica n. 162 del 1999”. E del tutto evidente che ciò non è avvenuto.

 “Tra i primati mondiali che detiene l’Italia – afferma  Pesaro –  c’è quello, singolare, del numero di ascensori in attività: circa 750.000 che compiono più o meno 100 milioni di corse al giorno. E, per un paese nel quale il 60% degli ascensori è in funzione da più di 20 anni e circa il 40% da più di 30, risulta chiaro che è proprio il problema della manutenzione degli ascensori e di chi la esegue quello che deve essere in qualche modo risolto. Ora la politica non ha più alibi: o mantiene gli impegni assunti per una positiva soluzione di questi due aspetti fondamentali per tutto il settore ascensoristico o sarà manifesta, e sotto gli occhi di tutti,  la sua incapacità nel risolvere i problemi delle piccole imprese”.

 

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