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Direttiva Ue: più luci che ombre per le piccole imprese della comunicazione

L’evoluzione delle tecnologie digitali ha cambiato il modo in cui le opere e altro materiale protetto vengono creati, prodotti, distribuiti e sfruttati ed ha fatto emergere nuovi modelli di business rafforzando il ruolo di Internet quale principale mercato per la distribuzione e l’accesso ai contenuti protetti dal diritto d’autore.

Innanzitutto va sottolineato un aspetto; il testo della direttiva approvato dall’europarlamento non è quello finale in quanto questo verrà discusso nel corso di un confronto, che si aprirà a breve, tra Parlamento, Consiglio e Commissione UE e che si spera (ma non è certo, anzi) di concludere per la fine dell’anno. Il testo della direttiva dovrà poi essere recepito da un decreto legislativo da parte del Parlamento italiano. Di tempo per intervenire per correggere alcuni aspetti penalizzanti, specialmente per i piccoli editori, prima che la norma entri in vigore, ce ne è ancora.

Da una rapida disamina del testo approvato, gli aspetti più rilevanti della Direttiva si possono riassumere come segue:

  1. Le multinazionali del web (aggregatori di notizie come Google e piattaforme di condivisione come Facebook, Youtube, etc) dovranno corrispondere un compenso sui contenuti pubblicati e prodotti da artisti, giornalisti, etc. e saranno considerati responsabili delle eventuali violazioni dei diritti d’autore.
  2. Sono considerati soggetti al diritto d’autore anche gli snippet (visualizzazione di una piccola parte del testo di un editore).
  3. Le piccole imprese del web sono escluse dall’ambito di applicazione della Direttiva
  4. La semplice condivisione di collegamenti ipertestuali (hyperlink) è libera e non soggetta a copyright
  5. Artisti ed autori possono rinegoziare i loro compensi qualora vengano considerati troppo bassi.

In pratica, viene favorita la tutela del diritto d’autore a favore di chi produce contenuti a svantaggio delle grandi piattaforme del web.

A fronte di questi  punti principali non riteniamo che si possa dare un giudizio negativo sul provvedimento.

E’ positivo – sottolinea Guido Pesaro, Responsabile Nazionale di CNA Comunicazione – che  i giganti del web debbano corrispondere una sorta di ‘diritto d’autore’ sui contenuti che pubblicano. Riteniamo pertanto che  gli autori di ‘opere dell’ingegno’, come ad esempio fotografi e videomaker, non possano che sentirsi più tutelati, anche grazie alla possibilità di poter ridiscutere i propri compensi qualora li ritengano iniqui”.

Inoltre, per CNA Comunicazione è assolutamente positivo il fatto che le piccole imprese siano escluse dall’ambito di applicazione della direttiva e la cosa e potrebbe dar loro un maggior vantaggio concorrenziale rispetto ad altri: “Non ricordiamo, ma possiamo anche sbagliare – prosegue Pesaro – una direttiva europea che ‘protegga’ così le piccole imprese”.

Chi per CNA Comunicazione potrebbe essere penalizzato dal testo della Direttiva sono i piccoli editori. I grandi non avrebbero infatti  grandi difficoltà a fare accordi economici con le multinazionali del web che però potrebbero essere non intenzionate a farne con i piccoli editori. “Su questo aspetto – conclude il Responsabile di CNA Comunicazione – è del tutto evidente che bisogna intervenire; il confronto che si deve aprire tra Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione UE potrà costituire una utile occasione per correggere le distorsioni presenti nel testo e garantire ai piccoli editori pari dignità con le grandi aziende dell’editoria”.

 

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