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Edilizia libera, in provincia di Bolzano ancora tutto fermo

Costruzioni Edilizia libera, in provincia di Bolzano ancora tutto fermo proroga

Three Businessmen Hands Playing Wooden Tower Game on Top of a Rustic Wooden Table. Conceptual of Teamwork, Strategy and Vision.

A niente sono serviti fino ad ora i numerosi incontri con le autorità politiche e i ripetuti appelli. Per piccoli interventi come sostituire una caldaia, installare un condizionatore o realizzare una pergotenda i cittadini della provincia di Bolzano, al contrario di quel che avviene nel resto dello Stivale, devono ancora armarsi di pazienza e affrontare lunghe pratiche edilizie. Questo nonostante l’edilizia libera, che consente a cittadini ed imprese di effettuare piccoli lavori di edilizia senza lunghi iter burocratici, sia stata introdotta in Italia già nel 2001, resa operativa nel 2016 e nonostante che nel 2018 sia stato pubblicato il glossario contenenti tutte le opere eseguibili senza titolo edilizio.

Le disposizioni, che sono passate attraverso la conferenza Stato-Regioni e Province Autonome, infatti, sono state recepite solo in minima parte dalla Provincia di Bolzano e, di conseguenza, non vengono applicate dai Comuni. Risultato: anche per piccoli interventi, è necessario rivolgersi ad un tecnico abilitato e affrontare i conseguenti tempi e costi con il rischio, oltretutto, di vedersi rigettata la domanda dal Comune.

A questo quadro va aggiunto il recente aggiornamento del Regolamento edilizio del Comune di Bolzano che non ha certo migliorato la situazione. Nel capoluogo altoatesino, ad esempio, è previsto che tutti gli impianti tecnologici esterni agli edifici che superano le dimensioni di 60 x 80 x 30 cm siano considerati “costruzioni” e quindi debbano essere sottoposti all’intero iter burocratico (progetto-pratica edilizia-autorizzazione comunale).

“Si tratta di pratiche che fanno rallentare notevolmente l’attività degli uffici comunali, oltre che far perdere tempo prezioso e denaro a cittadini e imprese” così il direttore di CNA Alto Adige Gianni Sarti che aggiunge: “Ci sfuggono le ragioni di tale inerzia, dato che non è certo con queste limitazioni che si salvaguarda l’ambiente o la regolarità urbanistica del territorio”.

CNA Alto Adige intende tornare con forte determinazione sul tema e chiede un nuovo confronto con Provincia e Comuni. “Non sempre, come in questo caso, la via altoatesina, resa possibile dall’Autonomia, si dimostra la scelta migliore. Mentre nel resto d’Italia si punta a sburocratizzare, in provincia di Bolzano si segue da tempo una strada miope che ci danneggia”, così il presidente di CNA Trentino Alto Adige Claudio Corrarati. “Questa persistente mancata applicazione della normativa nazionale si configura ormai come un perdurante danno economico per tutti”, conclude Sarti.

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