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Il liutaio di “Mare di mezzo”. La chitarra col legno dei barconi di Lampedusa

Due passioni: il legno e la musica. La prima ereditata dal nonno ebanista, la seconda nata dentro. La sintesi: un mestiere antico, il liutaio, di strumenti musicali personalizzati. Giulio Carlo Vecchini ha 37 anni e il suo marchio (Makassar) è rigorosamente made in Tuscany. Lavora a Cortona, ma guarda lontano, verso quel “Mare di mezzo”, che ha dato il nome ad una sua chitarra, fatta con il legno dei barconi di Lampedusa e che ricorda la tragedia dei migranti. 

“I miei strumenti – spiega Vecchini – sono realizzati interamente a mano con i migliori materiali disponibili. Il fulcro è sempre il musicista: la sua personale ricerca del suono, il gusto, la sensibilità.
Ogni strumento è totalmente personalizzato ed è progettato per il musicista a cui è destinato. E’ il tramite fra la testa e il cuore, la continuazione delle sue dita”. 

Lavora il legno ma si paragona ad un sarto che confeziona vestiti su misura: “ogni mio strumento è realizzato in stretto contatto con il musicista a cui è destinato, tutte le caratteristiche costruttive e sonore sono discusse e analizzate insieme. Nasce dalla mente del musicista. Il mio lavoro è ascoltare, comprendere, consigliare. Discutere di ogni dettaglio, con pazienza e Meticolosità. Tradurre in linee, legno, metallo, suono…”. 

La bravura del moderno liutaio? “Trovare la giusta combinazione di fattori che formano lo strumento. Selezionare, ponderare e attuare scelte giuste. Non semplicemente le migliori ma le più adatte a quello strumento, per quel musicista. Ogni parte dello strumento deve andare ad interagire e a legarsi intimamente con l’altra nel modo giusto”. 

E dalla colline di Cortona, il liutaio guarda anche verso il lontano mare di Lampedusa: ha portato al concerto per la Giornata del rifugiato “Mare di mezzo”, la chitarra da lui ideata e realizzata con pezzi di barconi provenienti da Lampedusa…

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