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In sei anni calo di oltre il 17% nel settore

Si è conclusa l’iniziativa di confronto e programmazione organizzata presso la sede nazionale  della CNA Fita, nei giorni 24 e 25 novembre ’17.

Focus di questo primo momento collettivo,  l’autotrasporto di merci per conto di terzi;  analoga iniziativa dedicata al trasporto persone  si terrà entro i primi mesi dell’anno 2018. 

Obiettivo finale dell’iniziativa, individuare le principali linee programmatiche di indirizzo che il  Consiglio nazionale di mestiere, quale unico organo a ciò deputato, dovrà trasformare  in politiche e strategie di mestiere rendendone contemporaneamente partecipe la presidenza nazionale dell’Unione CNA Fita. 

I lavori del 25 Novembre 2017 si sono aperti con un intervento videoregistrato del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio che, tra le altre cose, ha dato rassicurazione circa il rientro dei 50 milioni di euro  sottratti al fondo dedicato all’autotrasporto nel corso dei lavori preparatori della Legge   di bilancio 2018.

Alla giornata del 25 Novembre ha partecipato la Dottoressa Maria Teresa Di Matteo, presidente del Comitato centrale per l’albo degli autotrasportatori nonché vice Capo di Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

Ha moderato, il Dottor Massimo De Donato, Direttore di TIR, rivista mensile edita dal MIT.

Nell’ambito della due giorni, che ha visto una buona partecipazione di imprenditori e funzionari, è stato illustrato, con la collaborazione dell’ufficio politiche fiscali della CNA, il quadro  dell’autotrasporto che  emerge dall’analisi dello specifico studio di settore =  trasporto di merci su strada – servizi di trasloco  (UG68U – VG68U – WG68U  : studi così denominati rispettivamente nei periodi 2009-2010 /2011-2012-2013/ 2014-2015) . 

Dati incontrovertibili perché elaborati dall’Ufficio Politiche fiscali di CNA, sulla base dei numeri  che le imprese di autotrasporto hanno dichiarato all’Agenzia delle Entrate nel periodo  2009 – 2015 e che  sono stati forniti dalla Società per gli studi  di settore (Sose) su concessione dell’Agenzia delle entrate.

In tale contesto, il primo aspetto  che viene messo in risalto è che i contribuenti di questo specifico  comparto, nel 2009  erano  81.000 mentre nel 2015 sono scesi a 67.000.

Numeri  che però sono discordanti da quelli forniti recentemente dall’Albo degli autotrasportatori:

  1. 2017 = 107.000 imprese iscritte di cui

  • 96.300 con iscrizione definitiva (iscritte al REN- Registro Elettronico Nazionale)
  • 9.300 con iscrizione provvisoria

  • 2.200 con iscrizione sospesa

    2. 2015 = 124.000 imprese

Un’esigenza di chiarezza che le associazioni dell’autotrasporto hanno sempre rivendicato  ma che, pur essendo stati fatti notevoli passi in avanti, ancora devono riscontrare.

In ogni caso, nell’arco temporale considerato (2009-2015),  il trasporto di merci per conto di terzi,  denota una perdita di imprese pari a 14.000 unità  (- 17,00 % in sei anni) .

Per comprendere correttamente gli ulteriori dati emersi dallo studio, va detto che l’impresa  a cui si fa riferimento è costituita da un parco veicolare medio di  due veicoli ( come emerge da quanto dichiarato dai contribuenti dello specifico studio di settore).

Rimanendo  in tema di congiuntura, lo studio dell’Ufficio politiche fiscali della CNA mette in risalto che, rispetto al 2009,  sono diminuite le imprese che hanno dichiarato una perdita2009 = 9.304  – 2015 = 5.498

Dovuto anche al fatto che, nel corso degli anni,  molte di loro hanno cessato ! .

L’ammontare medio della perdita passa però dai circa 36 mila euro/impresa del 2009 , ai 41 mila del 2015.

Un dato che sembra confermare invece  il graduale superamento della  crisi , è il costante incremento del reddito medio dichiarato per ogni impresa :  

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

24.395

25.218

24.649

22.670

23.633

26.850

31.017

 

Per dare una lettura precisa del quadro che dipingono gli studi di settore, occorre sicuramente un’attenta riflessione ; se infatti da una parte si è portati ad affermare  che l’incremento dei ricavi è la logica conseguenza del fatto che diminuendo il numero delle imprese, aumenta anche la merce trasportata e di conseguenza i ricavi di quelle che rimangono , ciò non sempre è così fatalmente scontato.

Occorre tenere infatti in considerazione che grandi fette di mercato sono sottratte dalle imprese estere e  le condizioni economiche di vezione sono condizionate dallo scarso potere contrattuale delle imprese italiane.

Che comunque  l’autotrasporto italiano stia subendo una lenta ma sistematica trasformazione,  emerge anche da altri fattori evidenziati dallo studio.

Andando in controtendenza a  quanto si è abituati a supporre, in questi anni le imprese di autotrasporto italiane hanno aumentato leggermente la loro strutturazione passando da una media di 4,1 dipendenti /impresa a 4,4 dipendenti /impresa .

Analogamente,  pur  confermando la larga presenza di imprese individuali  (2009 = 70,9% – 2015 = 64,00%),  le  società di capitali hanno incrementato la loro presenza relativa del 6,5% .

Anche il numero medio dei veicoli in disponibilità per  impresa, seppur leggermente, si incrementa  nel corso degli anni:

Tipologia veicoli

2009

2012

2015

Fino a 3,5 ton

1,8

2,0

2,2

Da 3,5 a 6,0 ton

1,6

1,7

1,8

Da 6,00 a 11,5 ton

1,7

1,8

1,9

Oltre 11,5 ton

2,6

2,7

2,8

 

 Più costante risulta invece il parco veicolare delle imprese che utilizzano autotreni e autocarri : 

Tipologia veicoli

2009

2012

2015

Autotreni 

2,3

2,3

2,4

Autoarticolati 

3,4

3,3

3,4

Rimorchi

2,1

2,1

2,2

Semirimorchi

5,0

4,8

4,8

 

Nell’arco temporale di cui trattasi,  si è incrementata le percentuale delle imprese che  trasportano di prodotti alimentari ( 2009 = 22,8% – 2015 = 23,9% ), così come quella delle aziende  trasportano  prodotti agricoli (2009 = 8,8% – 2015 = 9,2% ) .

Sono invece diminuite le percentuali delle imprese che trasportano laterizi ed altri materiali    (2009= 13,9% – 2015 = 12,6% ), Ghiaia-sabbia-ecc. ( 2009 = 10,4% – 2015 = 9,4%), manufatti ( 2009 = 12,5% – 2015= 11,3%)

Le imprese che trasportano prodotti metallurgici  sono rimaste costanti nel tempo  ( 2009 = 14,9% – 2015 = 14,9%).

È aumentata inoltre la percentuale delle imprese che lavorano nelle modalità  “carico completo”   ( 2009 = 57,8% – 2015= 59,6%)  e   “raccolta e distribuzione” ( 2009 = 38,8% – 2015 = 39,6%)  . 

In  crescita  sono  le imprese  i cui ricavi derivano per oltre il 50% da un unico committente

La maggior parte delle imprese hanno dichiarato, per  l’anno 2015, di avere avuto come destinazione finale  le seguenti località :

Nord

Centro

Sud

Isole

UE

Extra UE

72%

43,6 %

26,6%

10,7%

8%

3%

 

Le contenute percentuali  delle vezioni effettuate verso l’estero, ribadiscono, se mai ce ne fosse stato bisogno, che ai trasporti internazionali va data la giusta attenzione ( ben vengano quindi le agevolazioni per la decontribuzione) ma che le misure che interessano la stragrande maggioranza del panorama trasportistico italiano, sono  ben altre ( rimanendo in tema di agevolazioni : le deduzioni forfetarie) .

Un  dato che suscita  diverse riflessioni  è quello relativo all’incremento percentuale dei ricavi per impresa:

Anni

Lombardia

Euro/impresa

E.Romagna

Euro/impresa

Campania

Euro/impresa

Calabria

Euro/impresa

Valore medio

Euro/impresa

2009

304.244

207.200

415.054

318.272

288.117

2015

403.656

268.892

532.925

324.768

355.960

% incremento

 

+ 32,7%

 

+ 29,8%

 

+ 28,4%

 

+ 2,0%

 

+23,5%

 

Altro dato significativo che l’analisi degli studi di settore mette in risalto è quello relativo al totale dei chilometri annui percorsi da ogni  impresa (si ricorda che l’impresa media presa a riferimento  nello studio,  è costituita da parco veicolare di ca. 2 veicoli) :

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

190.235

199.745

204.913

202.090

201.463

206.663

216.725

 

Si denota un evidente incremento dei chilometri percorsi pari al 13,9% rispetto al 2009 ; inoltre  emerge un 33% di chilometri percorsi a vuoto.

Quello della percentuale dei chilometri percorsi a vuoto è un dato costante anche prima del 2009, sin dal mese di Giugno 2004 quando il Comitato Centrale per l’albo degli autotrasportatori diffuse la seguente indagine :

Rapporto di sintesi                                                                                                           Giugno 2004

Percentuale dei ritorni a vuoto sul totale dei viaggi effettuati  ( valori %)

Ritorni a vuoto

Monitoraggio 2004

Indagine estensiva 2000

Mai

12,3

13,4

Fino a 25%

20,6

18,0

Da 26% a 50%

23,2

10,3

Da 51% a 75%

5,3

18,1

Oltre 75%

38,6

40,2

Totale

100,0

100,0

 

 Dai chilometri e dal fatturato medio dichiarati dalle imprese,  derivano  i seguenti ricavi medi euro/chilometro :

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

1,51

1,55

1,59

1,60

1,61

1,63

1,64

 

Un dato quello dei ricavi medi euro/Km che, rispetto al mercato, appare sparametrato in eccesso e che potrebbe nascondere una errata indicazione dei chilometri dichiarati nello studio di settore.    

Dallo studio emerge inoltre che il settore:

  • Paga 500 milioni di euro di tasse l’anno
  • Contribuisce alle casse delle compagnie di assicurazione per un importo pari a 500 milioni di euro/anno

Quelli illustrati dai colleghi delle Politiche fiscali ed economiche della CNA, sono dati economici molto importanti  per aiutare ad impostare correttamente le strategie future dell’associazione ed intervenire con cognizione di causa nelle rivendicazioni a tutela e promozione dell’autotrasporto di merci per conto di terzi.

Il valore del contributo economico che questo settore sostiene a favore  delle compagnie di assicurazioni, potrebbe-dovrebbe, ad esempio, essere utilizzato per fare pressioni e promuovere  condizioni di miglior favore per le imprese.

In generale, con lo studio presentato nella due giorni,  sono stati quantificati in maniera precisa ed inconfutabile, molti degli impegni di spesa che sostengono le imprese di autotrasporto e su cui  si potrebbe fare leva per avviare politiche di lobby per la riduzione dei loro costi di gestione .

L’avvio di una progressiva e maggiore strutturazione delle imprese, dovrebbe far riflettere sui livelli e sulla coerenza dei servizi offerti, sia di tipo tradizionale che innovativi.

Il tendenziale incremento delle imprese che svolgono servizi di trasporto per alcuni comparti, come quello dei trasporti alimentari e dei prodotti agricoli, può sicuramente contribuire a meglio definire ed intervenire su misure di politica generale come , ad esempio, quelle in corso di discussione e che attengono al “pacchetto mobilità”.

Nel contempo, la crisi dell’autotrasporto che svolge servizi  in altri comparti dell’economia ,  denota la necessità  di interventi mirati a loro sostegno come, ad esempio,  promuovere sinergie e ridurre i costi tramite le “Reti d’impresa”.

Il fatto che  sono in netta crescita le aziende che dipendono da un unico committente, è molto preoccupante  sia per gli effetti  indotti che determinerebbe una eventuale crisi aziendale di quest’ultimo, sia per  il fatto che ci si avvicina sempre più al concetto di dipendenti camuffati da imprenditori. 

Non a caso già nel recente passato, si è cercato di promuovere regole facilitate di accesso all’attività per  figure quali i trazionisti e , in generale, per  soggetti che operino con la sola P.IVA.

 Temi su cui si ritiene necessaria una profonda riflessione per evitare di  sprofondare in un vortice che faccia sempre più precipitare le imprese di autotrasporto in qualche cosa di profondamente diverso  dal “libero svolgimento di un’attività autonoma” e con regole e garanzie  sociali sempre  meno evidenti.

I dati sviluppati e sapientemente illustrati dai colleghi delle Politiche fiscali ed economiche della CNA, rappresentano un valore aggiunto di dominio della CNA Fita  che i colleghi possono  utilizzare  per meglio definire le politiche  e le strategie territoriali.

La due giorni ha  dibattuto su tutte le principali criticità dell’autotrasporto e per affrontarle organicamente, si è conclusa con la costituzione di otto gruppi di lavoro e l’individuazione di altrettanti coordinatori :

  • CCNL logistica, trasporto e spedizioni- coordinatore = Barsacchi Sergio

     

  • Formazione – coordinatore = Battisti Riccardo

     

  • Codice della strada / Trasporti eccezionali – coordinatrice = Curigliano Rosalia

     

  • Innovazione e semplificazione – coordinatore = Ciliberti Riccardo

     

  • Politiche del credito – coordinatore = Cortina Giovanni

     

  • Piccole portate – coordinatore = Facchinetti William

     

  • Porti – coordinatrice = Codonesu Valentina

     

  • Politiche comunitarie – coordinatore = Masini Riccardo

 

Gli otto coordinatori hanno illustrato le  principali tematiche di interesse per ogni area di riferimento – gruppo e che, da lunedì 27 novembre in poi, saranno oggetto di  approfondimento  e dovranno vedere coinvolto lo specifico Consiglio nazionale di Mestiere per trasformarle in proposte e politiche sindacali del  Trasporto merci .

 

 

 

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